3/27/2007

Elogio del sole e dello sparire (e di Jean Echenoz)

E chi ha voglia di postare qualcosa col sole che è tornato a scaldare e brillare qui a Roma dopo la settimana di gelo? Sarà anche la fine del mondo (non lo è sempre stato?), ma in questi giorni me la godo e non ho voglia di far niente. Anzi, ieri ho piantato delle rose in un microscopico giardino dove abito, rose da seminare di vari colori arrivate dalla Romania in un pacco postale (come Voltaire? confesso che mi è venuto in mente).
Per il resto scrivo (per me) e cazzeggio, ho bevuto un po' in questi giorni perché c'erano varie occasioni con amici - e ancora ieri sera (e oggi a pranzo) con Jean Echenoz, che considero il più grande scrittore francese di questa epoca (leggete il suo recente Ravel edito da Adelphi, ma anche tutti gli altri), e Olivier Rolin, un altro amico scrittore di cui ho grande stima (non perdete se siete a Roma la lettura a Villa Medici stasera, Echenoz legge Flaubert).
Ma a proposito di sole: da qualche giorno ho finito un testo sugli anni Settanta per un libro collettivo che dovrà uscire a fine aprile da Avagliano. Il mio testo si chiama "Storia con fantasmi", e quello che racconto è aderente al titolo. Finisce con un haiku sullo sparire (tutto il testo è sullo sparire), che scrissi una volta in una giornata di sole: "Sole sul computer / parole cancellate - / questo rimane". Il senso è ovviamente che i raggi del sole avevano imbrogliato tutto lo schermo, non si leggeva più niente, e restano solo questi versi qui (e il mondo delle cose, certo). Ora, un vero haiku deve essere di tre versi rispettivamente di 5-7-5 sillabe. Il mio primo verso ne ha 6. Come devo fare per adattarlo, renderlo di 5 sillabe? Qualcuno ha un suggerimento? Grazie.

Post scriptum, ovvero un post ex post - giovedì 29 marzo: oggi su l'Unità si può leggere una pagina su Jean Echenoz, resoconto di una nostra chiacchierata. Aggiungo, perché mi piace e dà l'idea, l'elenco delle parole chiave che secondo Olivier Rolin racchiudono la maniera narrativa di Jean Echenoz: rapidità, libertà, fantasia, ironia, disinvoltura, leggerezza, litote, precisione, malinconia senza teatralità e senza psicologismi. Buona lettura.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

(sostituire ‘computer’ con ‘layout’ o ‘desktop’)

“Sole sul layout
Parole cancellate
Questo rimane”

“Sole sul desktop/ Parole cancellate /Questo rimane”

( eliminare ‘sul’ e dittongare ‘e’ di sole ed ‘e’ congiunzione)
"Sole^e computer / parole cancellate / questo rimane".

“Sole e computer
Parole cancellate
Questo rimane”

(fare decadere 'sul')
“Sole, computer
Parole cancellate -
Questo rimane”

(altro…)
“su d’un computer
sole cancella parole (8)
Questo rimane”

(spezzare la parola computer, sostituire ‘cancellate’ con ‘perdute’)
"So-le sul com-pu / ter, pa-ro-le per-du-te/ que-sto ri-ma-ne"

"Sole sul compu
ter, parole perdute
questo rimane"

(altro…)
“Sul computer il
sole cancella
questo rimane”

(sostituire ‘sole sul computer’ con ‘sulla schermata’)
“Sulla schermata
Parole cancellate
Questo rimane”

(altro…)
“Sul computer il
sole cancella quelle
parole vane

ha imbrogliato
evidente lo schermo
questo rimane”

Davide

Anonimo ha detto...

è posso dirlo? geniale. davide, non sapevo la tua abilità di versificatore, haiku e in generale... beppe s.

Anonimo ha detto...

Detto da te è un onore!
Nessuno lo sa!... e nessuno mi capirà mai! ...sono un aiuto poeta, oppure un poeta senza dimora...un poeta senza poesia...un senza tetto poeta...un tetto senza poesia...! spero mi servano almeno con ....-Le giovenche-...
Sottoponi qualche altro problema inestricabile, enigmi, paradossi od altro!
TI TENGO SOTTO CONTROLLO!
Davide

Beppe Sebaste ha detto...

(ecco, meno puntini di sospensione, abolire i punti esclamativi, e vai bene... un sorriso, ciao)

Anonimo ha detto...

C'è un romanzo di Echenoz che si chiama Je m'en vais, Me ne vado, ed è anch'esso sullo sparire, che è poi coerente con quello di cui parli in questo blog.

Anonimo ha detto...

tutti i romanzi di echenoz sono sullo sparire (oddio, tutti non so, ho solo letto i pochi, troppo pochi, tradotti in italia). e il bello di echenoz è che lo sparire è intrinseco alla sua scrittura, al suo modo di scrivere, al suo stile insomma. una vita ai margini, non come direbbe il cantante, ma come unica possibilità di vivere, sempre un po' sghembi, perché la vita sarebbe troppo invadente se presa di petto, così potente e selvatica e forte da travolgerti. i suoi libri mi fanno pensare alla provincia, all'autunno dalle tante sfumature che uniscono il giallo al marrone, ai filari di pioppi che scorrono davanti agli occhi, un po' sfumati, quando si guarda dal finestrino del treno passando sulla pianura padana, alle persone schive e timide che arrossiscono piuttosto che dire ciò che provano, alla discrezione di un passante, di uno che non si ferma mai sul luogo dove si trova...
s

Anonimo ha detto...

Un saluto e mille complimenti per il tuo Sito, da Raffaello (in arte ObyWan) (Del "girone" dei COBA 22/A)...Finalmente l'ho visto, credo diventerà un altro dei miei riferimenti esistenziali, veramente carino...PS: dopodomani porto "IL CIELO SOPRA BERLINO".
Abientot!
Oby

Anonimo ha detto...

www.elrincondelhaiku.org

sito per appassionati di haiku (rivista elettronica)

Anonimo ha detto...

volevo dire grazie a tutti per le indicazioni e le visite. e ringrazio in particolar modo la lettrice (presumo sia lettrice) che descrive così bene il piacere (per me molto intimo, direi quasi connivente) delle storie di Jean Echenoz (domani, giovedì, su l'Unità, un mio articolo-conversazione con lui e su di lui). saluti calorosi, beppe sebaste

prostata ha detto...

Io sento ancora tanto freddo, perciò mi tengo abbracciato il piccì.
:)

Anonimo ha detto...

sullo sparire virtuale si potrebbe pure parafrasare:morte di un connesso viaggiatore

diamonds

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good