4/23/2011

Sull'eredità della Liberazione

   Ieri ho visto due film, Habemus papam di Nanni Moretti, La fine è l’inizio di Jo Baier, dal libro-conversazione di Tiziano Terzani col figlio Folco. Rimpiango non averli visti prima di recensire il libro di Massimo Recalcati Cosa resta del padre (v. l’Unità del 17/4) - elogio della vulnerabilità dei padri e della loro trasmissione. Nel film di Moretti, retto dallo splendido Michel Piccoli, dispiace che la rinuncia del personaggio a essere Papa elimini quei dubbi e quella fragilità che, mantenuti, avrebbero segnato una svolta radicale nel suo ruolo, proprio in forza della sua debolezza. Il secondo film è la storia di un padre che poco prima di morire trasmette al figlio la propria biografia, miscela di errori, erranze, illuminazioni, lascito soprattutto di un senso narrativo dell’esistenza che non cessa con la morte. Entrambi i film toccano il senso religioso e del sacro. In uno quasi suo malgrado (l’ingombrante narcisismo laico di Moretti), nelle scene della riscoperta del mondo da parte del papa-Michel Piccoli, il cui sguardo ricorda Il cielo sopra Berlino di Wenders; esplicitato e consapevole nell’altro, come equivalenza tra nascere e morire. Oggi è Pasqua, e a questo volevo arrivare. Legata a quella di Pesach – la Pasqua ebraica, festa di Liberazione degli Ebrei dall’Egitto – la data della Pasqua cristiana di Risurrezione avviene ogni anno la domenica successiva al plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Quest’anno si affianca a una festa laica (ma ha senso questa distinzione?), la Liberazione dal nazifascismo del 25 aprile. Ho ereditato questa data da mio padre, modestissimo ex partigiano: parlarne esula dallo spazio di questa rubrica, ma è sempre storia di nascere e morire, di trasmissione di padri (e di madri), di resurrezione della memoria come se fosse carne, carne come se fosse Verbo. Testimonianza. Buona Pasqua, buona Liberazione.
(rubrica "acchiappafantasmi", l'Unità del 24 aprile)

1 commento:

Anonimo ha detto...

buona pasqua anche a te beppe
habemus papam è piaciuto anche a me
soprattutto la seconda parte
un abbraccio
sergio