2/15/2010

The Others (poesia ritrovata mentre cercavo uno dei miei testi sul "fantasma")

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bisognerebbe scrivere un'apologia
degli altri,
i nostri testimoni i nostri
martiri.
Ohh,
I apologize


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febbr. '95

4 commenti:

marco ha detto...

Polemica parigina sui testimoni. Yannik Haenel, come epigrafe al suo ultimo libro su Jan Karski, ha scelto gli ormai celebri tre versi di una poesia di Paul Celan: ”Niemand/ zeugt für den/ Zeugen”
"Nessuno testimonia per i testimoni", nella traduzione itaiana che (mi sembra) anche B.P (Beppe Sebaste) adotta nel suo H.P. Haenel, invece traduce cosi:
”Qui témoigne pour le témoin ?”. Sostituisce cioé il "Nessuno" con un "Chi"; trasforma cioé un'affermazione in un'interrogazione. Ecco la sua difesa in una lettera (privata) indirizzata a Peirre Assouline, critico di Le Monde pubblicata sul suo (bellissimo) blog. Buona lettura e arrivederci.

”J’ai choisi volontairement de traduire par : “Qui témoigne pour le témoin ?”, à l’interrogatif, parce que le “Niemand” de Celan n’a pas le sens d’une interdiction. Au contraire, ce “Niemand” est à entendre comme une désolation, un regret, qu’on pourrait transcrire par : il n’y a donc personne pour témoigner en faveur du témoin ? Ce regret est un appel, d’où l’interrogation que j’emploie dans ma traduction : “Qui témoigne pour le témoin ?” Je ne vois pas en quoi ce serait un contresens ; il s’agit, tout au plus, d’une inflexion du sens, comme Paul Celan lui-même en faisait dans ses traductions magnifiques de René Char. Ce genre d’inflexion est l’expression de la conscience historique avec laquelle on traduit : en 2010, réfléchissant sur la transmission du témoignage, je choisis d’entendre, dans les vers de Paul Celan, non pas une fermeture (comme si la question était réglée), mais ce qui, dans le regret, relance la question sur le mode de l’attente (…) Ce “Personne” n’a en aucune façon le sens d’une interdiction, mais celui d’un regret, d’un appel désespéré, d’une attente pour l’avenir. C’est pourquoi, en exergue d’un livre qui a pour sujet l’expérience de Jan Karski, c’est-à-dire d’un messager devenant témoin, j’ai traduit “Niemand” par “Qui” à la forme interrogative.”

Beppe Sebaste ha detto...

Grazie.
Il "chi" (della domanda 'chi testimonia per i testimoni' - al singolare o al plurale) è forma talmente vulgata e già sentita - nella retorica, peraltr motivata, della commemorazione - che già questo rende pallida quell'opzione d Haenel. Anche un po' ignorante, forse petulante, perché avvero non scopre nulla, non avanza, ma arretra, semplifica e perfino un po', mi si permetta, banalizza. Mi sembra che l'argomentazione sia più che debole, perché il regret, l'appel, il désespoir, l'attente (latente), e dunque la speranza disperata di un tstimone altro c'èanche nella cnstatazione che (fino ad adesso, qui e ora) nessuno / testimonia ecc.
E' comunque la traduzione del grande André Du Bouchet, che ha avuto peraltro una lunga frequentazione in vita con Paul Celan (e non c'è dubbio che Celan abbia conosciuto e letto la sua traduzione), che peralrro io ho ereditato, per trasmissione orale e in una (aìbbastanza) lunga frequentazione, da Jacques Derrida:
"Nessuno / testimonia per i / testimoni".
Il poeta è solo.

P.S. Caro marco, se ti va di trasmettere questo frettoloso e non richiesto parere al blog di Assouline, posso solo ringraziarti. Venerdì sono a Parigi fino a domenica. Ciao.)

Anonimo ha detto...

Siamo noi, tutti, gli altri. Siamo tutti stati, o siamo, testimoni di altrui esistenze e tragedie, e spesso noi stessi anche martiri di orrori quotidiani che passano per lo più sotto silenzio. E siamo anche spesso, in quanto testimoni, disperatamente e rassegnatamente muti, soprattutto quando pensiamo che non vi sia orecchio all'ascolto, che a nessuno importi di ciò che avremmo da dire, o che non sia importante in assoluto. O disperatamente e dissennatamente violenti, come nel caso di chi pensa il contrario, e che per questo pretende di farsi ascoltare anche con le armi del terorismo e delle stragi. Perché è spesso il silenzio, o il mancato sostegno ai testimoni degli orrori che genera nuovo orrore.

Ciò detto, ognuno di noi ha i propri testimoni e i propri martiri da amare, difendere, legittimare, o a cui chiedere scusa. I apologise too.

marco ha detto...

http://passouline.blog.lemonde.fr/. questo il blog di assouline. puoi postare direttamete il commento. consiglio a tutti i francofoni di visitarlo: la migliore gazzetta letteraria di parigi (almeno credo). un saluto a tutti.