2/22/2010

Il ritorno di Sam Spade (e di Dashiell Hammett), by Joe Gores


Avevo dimenticato di postare questo (uscito su Venerdì di Repubblica il 19 febbraio):
"E 80 anni dopo Il falcone Maltese sapremo cos'era successo prima"

“Quando iniziai a scrivere volevo solo fare storie a fumetti, ma non ero granché come disegnatore. Nel frattempo ero migliorato come scrittore, ma non tutti ne erano convinti. L’università di Stanford, ad esempio, nel 1954 non mi concesse la specializzazione in ‘Scrittura creativa’ con questa motivazione: ‘I racconti inseriti nella Tesi sembrano scritti con lo scopo di vendere’. Nel 1955, la stessa Stanford mi rifiutò la specializzazione in Letteratura Inglese perché la mia Tesi era sugli scrittori Dashiell Hammett, Ross Macdonald e Raymond Chandler: ‘I romanzi di questi scrittori non sono letteratura, pertanto non ci si può scrivere sopra una tesi di laurea’. Come se leggere un romanzo divertente significasse che è superficiale”.
A parlare è Joe Gores, nato il giorno di Natale del 1931 a Rochester, Minnesota, autore di una ventina tra romanzi e raccolte di racconti, quasi tutti appartenenti al genere hard boiled (quello di Hammett e Chandler) di cui Gores è profondo conoscitore e tra gli ultimi rappresentanti. Nel 1975 pubblicò il romanzo Hammett (uscito nel 1979 col titolo Hammett, cacciatore d’uomini nei Gialli Mondadori), storia romanzata ma reale della vita (1894-1961) del futuro creatore di Sam Spade e Continental Op, ovvero quando Dashiell Hammett, prima di diventare scrittore, lavorava come detective per l’agenzia Pinkerton. Da questo romanzo fu tratto il travagliato film diretto da Wim Wenders e prodotto da Francis Ford Coppola, durante il quale Gores fu prima ingaggiato e poi licenziato, e lo stesso Wenders ebbe forti contrasti, descritti nel successivo Lo stato delle cose.
Trent’anni dopo quel romanzo, che lo Stanford Magazine ha paragonato a uno Shakespeare in Love del giallo, Gores, d’accordo con la figlia ed erede di Hammett, pubblica oggi col titolo Spade & Archer il prequel de Il falcone maltese (in uscita da MOndadori). E’ il capolavoro di Hammett, portato sullo schermo da John Huston, con Humphrey Bogart nel ruolo di Sam Spade e Lauren Bacall in quello dell’ambigua cliente. Il primo giallo in cui il detective assomiglia più a un narratore di storie che a un razionalista cercatore di prove, dove la verità finale è più amara e inverosimile delle menzogne raccolte lungo l’inchiesta, il finale non consola e sono le passioni a spingere il detective. Sarà anche per questo che il prequel del romanzo di Hammett sembra quasi anche un sequel di Hammett, biografia di un detective-scrittore - quale fu lo stesso Joe Gores.
Spade & Archer inizia con le dimissioni di Sam Spade dall’Agenzia, per mettersi in proprio. Il lettore trova la genesi di vari elementi di culto: l’assunzione della giovane segretaria Effie Perine, che confeziona a Spade le sigarette, con cartine e tabacco Bull Durham, l’amore clandestino con la moglie del socio Miles Archer, il pigiama a righe bianche e verdi, l’immancabile bottiglia di Bacardi appoggiata sul comodino, anzi sul libro Casi criminali famosi in America. Per il piacere dei fan più raffinati di Hammett, il romanzo inizia con l’apologo esistenzialista narrato da Spade ne Il falcone maltese, quello di Flitcraft, l’uomo scomparso da Tacoma e rispuntato dopo anni a Spokane. Come mai? Un giorno, mentre rientrava dal lavoro, la caduta di una trave lo lasciò sbalordito: “Ebbe l’impressione che qualcuno avesse strappato via il velo che gli nascondeva la vita e gli avesse dato la possibilità di vedere le cose che lo circondavano”. Aveva imparato che le travi cadono, “the beams fall”. E quando Spade lo ritrova, egli fa un lavoro come quello precedente, ha una moglie simile a quella che aveva lasciato, in una casa analoga a quella in cui viveva prima. “Flitcraft si era adattato alla caduta dei travi, ma da allora non ne era caduto più nessuno, e lui si riadattò al fatto che le travi non cadessero più”. E questo, conclude Sam Spade, “è l’aspetto della vicenda che mi è piaciuto di più”.
Più giocoso e meno cinico e filosofico di Hammett, Joe Gores fa da sempre professione di ironia. “A sei anni di età – racconta - mia mamma mi disse che avrei potuto leggere qualunque cosa fossi riuscito a prendere dallo scaffale e dunque fece in modo che nello scaffale più basso ci fossero solo libri come Le Vite dei Santi e simili”. Ben presto Gores imparò ad arrampicarsi fino allo scaffale più alto, dover sua madre teneva i libri più tosti: Agatha Christie, Sherlock Holmes e, naturalmente, Hammett. “Quando ho letto The Dain Curse (La Maledizione dei Dains) e le prime storie di Ross Macdonald, ho pensato: Cristo, questa è la roba che voglio scrivere! Roba dura, diretta, personaggi intensi che fanno cose molto interessanti”. Furono poi gli anni trascorsi da Gores come detective privato a San Francisco a formare, come per Hammett, la sua scrittura, a metterlo in contatto con le persone reali che avrebbero fatto da modello ai suoi personaggi, a fargli conoscere lo slang della strada a cui è debitore il suo stile.
All’intrico di storie in cui si sviluppa Spade & Archer fa da sfondo una dettagliata ricostruzione della San Francisco degli anni ’20, l’epoca della caccia ai “rossi” tra gli scaricatori portuali, del contrabbando di alcoolici durante il proibizionismo, dell’ascesa e crollo delle banche. Ed è restituito il modo di scrivere che vede in Hammett, in Chandler e in Hemingway i maestri di uno stile asciutto e conciso, freddo in apparenza ma carico di compassione. Spade & Archer è pura letteratura, Gores lo sa e ci gioca. Basti pensare a quante volte ricorre il nome di Stevenson, dalla sua casa sull’Oceano a nord di San Francisco al libro L’isola del tesoro, che contiene la soluzione dell’ultimo mistero. “Puah, libri per ragazzi”, commenta con disprezzo l’eterno avversario di Spade, il tenente Dundy, simbolo dell’idiozia della polizia (della letteratura?) ufficiale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo non era Lauren Bacall a recitare nel Falcone Maltese, ti stai confondendo con Il grande sonno (altro meraviglioso film).

Anonimo Bis ha detto...

esatto