5/26/2008

Uomini, topi, lettori

Accovacciato nel retro di un negozio di libri d'occasione in un vecchio quartiere di Boston, dove da autodidatta impara ad apprezzare non solo la letteratura americana, ma proprio tutta la letteratura, e anche la filosofia, Firmino si chiede se la sua meravigliosa esperienza faccia parte di un disegno oscuro: “Pensavo: E' mai possibile che io, a dispetto delle apparenze,tutt'altro che promettenti, abbia un Destino? E con ciò, intendevo quel genere di cose che succedono alle persone nelle storie, dove gli accadimenti di cui è fatta una vita, per quanto vorticosi e ribollenti possano essere, infine sono sempre manifestazione, in quel loro stesso vorticare e ribollire, di un preciso disegno. Le vite, nelle storie, hanno sempre un significato e un fine. Persino le esistenze più balorde e senza scopo, come quella di Lenny in Uomini e topi, acquistano, per il fatto stesso di trovar posto in una storia, perlomeno la dignità e il senso di rappresentare Esistenze Balorde e Senza Scopo, un'esemplarità consolante insomma. Nella vita reale non ti è concesso nemmeno questo”.
La vita reale di Firmino è quella di un ratto un po' più magro e sfigato degli altri, partorito lì da una pantegana alcoolizzata con altri dodici fratelli, e lì rimasto, perché dopo averli prima mangiati per fame ha cominciato a leggerli, i libri, e se ne è innamorato. Ha intrapreso la carriera di lettore, e sogna a occhi aperti. Vorrebbe scrivere, se fosse abbastanza pesante da smuovere i tasti di una Remington. E' un lettore muto, senza quei fratelli-lettori coi quali, diceva lo scrittore Peter Bichsel, chi legge vorrebbe condividere la propria esperienza. Firmino è il personaggio e narratore del libro, senz'altro autobiografico, dell'esordiente Sam Savage, successo mondiale dopo essere uscito in una tiratura di mille copie da un piccolo editore (edito in italiano da Einaudi Stile Libero). Si sarà notato, nella lunga citazione, che Firmino chiama persone i personaggi: uno slittamento da cui si nota come la lezione di Pirandello agisca in questo sorprendente capolavoro. Agisce soprattutto la quintessenza del senso della letteratura, che è il palesarsi della condizione umana: quella del sogno, del desiderio, la ricerca di un senso della propria vita da riconoscere. Firmino commuove e si commuove, si identifica nella spaventosa bruttezza del Fantasma dell'opera come nel seduttore Fred Astaire (Firmino guarda a scrocco anche i film notturni del vicino varietà). Noi lo accompagniamo nelle sue avventure di sognatore così come nelle deambulazioni a caccia di cibo per sopravvivere nello storico ma precario quartiere, che verrà demolito (e derattizzato) a vantaggio degli speculatori immobiliari. Leggere è il suo contagioso lavoro. Ogni tanto compone mentalmente la sua romantica Ode alla notte. Nella seconda parte della sua vita sarà ospitato da uno scrittore di fantascienza ubriacone, per il quale suona una minuscola pianola per bambini: Firmino ama il jazz. Ma Firmino non è un fumetto. E' letteratura alta, quella che fa vedere con le parole e la loro sintassi. Firmino, persona-personaggio, non è neanche una metafora, tantomeno un'allegoria. E', come il genere a cui appartiene, una metamorfosi: come il topo canterino del racconto di Kafka, e come tutti gli altri suoi animali (la scimmia accademica in primis), come i topi che suonano il flauto in Cronache del dopobomba di Philip K. Dick. Tutte le metamorfosi, insegnava Gilles Deleuze, sono deterritorializzazioni, aperture e liberazioni di spazi di vita, linee di fuga, a volte viaggi immobili, cioè intensi e intensivi. Cioè letteratura. Perché “non si scrive per diventare scrittori, ma per diventare altro”. Firmino, e Sam Savage, scrivono e leggono per diventare letteratura, e trovare una via d'uscita. Nel mondo reale, i derattizzatori si chiamano per cacciare via quelli così - nomadi, lettori, uomini o topi, non è importante.
(uscito su l'Unità del 26-5-'08)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

I will not concur on it. I over polite post. Particularly the appellation attracted me to read the whole story.