Poche parole. Ieri mi sono quasi addormentato su una panchina azzurra nella stazione di Ostia Antica. C'era una luce bellissima, cielo azzurro, pini parasole brillanti, e un'aria saporita, di sole e mare. Ma si vedeva solo verde. Credo che questo uso del tempo mi divarichi abbastanza dall'ondata di euforia e ottimismo che caratterizza gli italiani (quelli della mia parte, diciamo) dopo la vittoria di Veltroni e del Pd. Non che abbia nulla contro Veltroni, anzi. Eppure mi sento più solo. Se dovessi dirlo con una parodia (malinconicissima) penso al remake dell'invasione degli ultracorpi che ho visto l'altra sera al cinema, quello con Nicole Kidman e il tipo che ha fatto l'ultimo James Bond: lì si deve essere imperturbabili ed emotivamente spenti per non farsi riconoscere e catturare dagli alieni; qui bisogna essere sorridenti, allegri e ottimisti (non inquieti e smarriti; soprattutto non abbandonati su una panchina a Ostia Antica) per non essere emarginati. (O lo siamo già? Emarginati, alieni: quasi sinonimi).
Eppure ieri mattina ho passato un momento bello e intenso - e qui passiamo alle segnalazioni. Su l'Unità di oggi c'è il mio articolo-intervista al grande Claude Lanzmann (ero con lui ieri mattina, e oggi alle 12 lui è al Campidoglio con Veltroni, presentazione ufficiale). Lui è l'autore dello straordinario Shoah, film sulla testimonianza (sopravvivenza) che ci rende tutti testimoni (superstiti), film che ha inventato un nuovo genere, oltre la fiction e oltre il documentario. E' uscito ora da Einaudi, libro e dvd, lunghezza 9 ore e mezza, non un solo istante privo di suspens. L'intervista potete leggerla anche qui, sul sito. E potete leggere anche (mi fa piacere) l'affettuoso saluto-commento, il quindicesimo, al post sui fantasmi, una goccia di affetto nell'era degli ultracorpi democratici. Ultima segnalazione: domani al Museo Andersen, via Mancini 20, Roma, il sottoscritto relaziona al seminario di studi dal titolo Se l'arte interroga la storia, a cura della Fondazione Baruchello. Tema: gli anni Settanta (e la Woodman, almeno per me). Ancora sopravvivere e testimoniare...
Infine [Post scriptum, 19 ottobre]: su Venerdì di oggi un mio articolo-recensione all'ultimo libro scritto da Richard Brautigan, ora tradotto da ISBN: una miniera di humour, intelligenza, stramberie, ma anche dolore, un libro che insegna a scrivere con la la libertà anarchica che la vita richiede. L'ho già messo nel sito e potete leggerlo cliccando qui.
9 commenti:
Devo vedere Shoah...devo vedere Shoah...
Io condivido le panchine e la distanza.
Quando arrivo verso il tramonto a Ostia antica mi accorgo che ogni eventuale malumore sparisce, sicuramente dipende dalla speciale miscela di luce, pini, rovine...
Grazie per avere segnalato il libro di Brautigan. E' BELLISSIMO. Cinzia
Mi pare che si usi la parola "emarginazione" con eccessivo zelo.
A parte questo, se può consolare, anch'io mi sono quasi addormentato ad Ostia poco tempo addietro, ma sul pontile...
il margine è la periferia, anche degli eventi. o dell'agenda delle cose che sono ritenute importanti. o delle notizie. la parola emaginazione mi sembra azzeccata (e anche il sentimento della malinconia). comunque, a ostia si dorme così bene? voglio venire anch'io...
Grazie delle parole di tutti/e, nonostante l'anonimato... Ho pensato che forse in ogni post scrivo o metto troppe cose. E' così? Un'altra cosa: ho visto quella classifica (?) d blogbabel sui blog. Qualcuno ci capisce qualcosa? Io no. Non ho idea d quanti capitino qui (né, dato l'anonimato, di chi siano, a parte quei quattro o cinque...). Però nello stesso tempo trovo citazioni in tanti siti di questo sito & blog, e allora mi confondo un po'... Ciao, a presto, beppe
Ho avuto tempo solo ora di leggere l'articolo su Brautigan(che tanto per cambiare non conosco). Ed bellissimo. Così tanto che ora esco e me lo vado a comprare.
Grande Brautigan...
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