Il 25 ottobre è nato Gabriele, figlio di Anna e David, il mio webmaster: siamo tutti in ferie, qui. A rallegrarci per Gabriele, naturalmente.
Nel frattempo ho pubblicato delle cosine, e ho leggiucchiato qui e là. Segnalo, come bellissimo, l'ultimo romanzo di Domenico Starnone, Prima esecuzione (Feltrinelli). Nella composizione, trovo somiglianze di famiglia con tutto quello che piace a me in un romanzo. Ma con una grazia tutta sua. L'ultimo Lansdale, La ragazza dal cuore d'acciaio (da Fanucci, dove nella quarta di copertina, per la seconda o terza volta, appare una mia frase su di lui, questa volta senza il mio nome, ma solo l'intestazione "da l'Unità), mi ha un po' deluso nel finale, ma sono state comunque ore piene e felici, in cui avrei rifiutato qualunque proposta sessuale o economica o altro pur di continuare a leggere.
Ho fatto una bellissima cena a Ostia di fronte al mare nella casa di un poeta ex pilota di linea, Sergio Zuccaro, con altri simpatici nuovi amici, tra cui la fotografa Maria Andreozzi (ha inquadrato particolari bellissimi di Ostia) e il pittore Elmerindo Fiore, le cui "cancellazioni" mi hanno profondamente emozionato. Dalla terrazza, oltre al sorriso bianco delle onde di notte, si vedono passare gli aerei. Mi hanno imbottito di regali e di libri. Lo stesso giorno sulle pagine di Roma di Repubblica c'era una mia pagina sulla luce e il vuoto di Ostia Antica, coincidenza. E a proposito di coincidenze: più tardi siamo andati a vedere l'idroscalo e il luogo in cui Pasolini è stato ammazzato: neanche a farlo apposta, era proprio la notte del 2 novembre. Ma il posto vero è stato ora coperto dal porto turistico, e anche il monumento che lo ricorda è stato spostato. C'era un cane tristissimo a tre zampe, grande, affettuoso, bianco, come uscito da uno dei primi film di Bunuel. E, lì di fianco, la torre di avvistamento progettata da Michelangelo. Ora avvista solo baracche, cani, spazi vuoti e informi. Per chi non lo sapesse: Ostia, antica e moderna, è nel comune di Roma, e non fa neppure municipio a sé.
Sono giorni, si sarà capito, in cui sto abbastanza in silenzio. Non so, forse dovrei chiedere cosa ne pensate di Putin e dell'idea di fare nuove armi nucleari, oppure se vi piacciono le caldarroste, o se sapete già cosa farete a Natale, e cosa ne pensate della fine del mondo. Il post si chiama senza titolo perché è solo una cosa intima. Anche se mi viene in mente un libro di un noto sinologo che si chiama "Il saggio non ha idee". Ma il saggio, a quel che so, non ha neanche parole, e non è ancora il mio caso.
1 commento:
E così caro Beppe, eccoci, direttamente da una cena,atterrati (grazie anche a quegli aerei che passano bassissimi sulla mia nemesi) nella letteratura del tuo blog. Grazie alla tua menzione, i personaggi di un due novembre "senza titolo" sono già sufficienti, compreso il cane a tre zampe, all'incipit di una bella amicizia.
Non dimenticheremo, per il prossimo incontro,spero animato dalla volatilità dei palloncini, di portare il montepulciano d'abruzzo.
Sergio, Lindo e Maria (che siamo noi)
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