11/20/2013

I miei auguri per gli 80 anni dell'Einaudi

   Uno degli ultimi libri che ho letto, guarda caso targato Einaudi, è il romanzo Levels of Life di Julian Barnes, “Livelli di vita”. E’ organizzato intorno a un espediente poetico molto vicino alla vita vera: “Metti insieme due cose che insieme non sono mai state; a volte funziona e a volte no”. Metti insieme due cose, o due persone, che non hanno niente a che fare l’una con l’altra, che proprio non c’entrano. Ecco fatto: metti insieme la casa editrice Einaudi, quella di Vittorini, Calvino, Robbe-Grillet, quella di Beckett con le copertine di Bacon, di Ripellino e di Dylan Thomas, dei saggi di Marcuse, Adorno, Benjamin e Malcolm X, delle collane Il Politecnico, i Paperbacks, gli Struzzi, i Saggi dal bordo arancione, i Coralli, dell’Einaudi Letteratura col libro Idem di Giulio Paolini, delle poesie di Holan, quella i cui libri li riconoscevamo dall’odore, quella delle benemerite agenzie rateali Einaudi che ci permettevano di comprarli; con il padrone delle televisioni commerciali, dei giochi a premio e delle ballerine nude, quello di Videocracy insomma, oltre che della P2 e dello stalliere di Arcore.
   Parlare dell’Einaudi, per la mia generazione, vuol dire parlare di un elemento importante della propria formazione, quel genere di cose in cui ai primi posti c’è Bob Dylan, per intenderci. Ora, come è potuto accadere che la casa editrice Einaudi sia finita nella sfera delle attività e delle proprietà di uno come Silvio Berlusconi, l’imprenditore più agli antipodi della letteratura e dell’esercizio del pensiero, lo stesso che col sorriso sfacciato e sprezzante diceva che il dottor Fellini era fuori dalla realtà, all’epoca dell’ultima battaglia culturale in Italia, quella di Federico Fellini sulle interruzioni pubblicitarie dei film d’autore?  E’ successo, ed è così strano che ci si potrebbe scrivere un romanzo (di fatto ne ho appena finito di scrivere uno quasi su questo).
   Il fatto che l’Einaudi sia rimasta l’Einaudi, nonostante tutto, è uno di quei miracoli ecologici che fanno sperare nella tenuta del pianeta.
(testo leggibile anche nel sito Einaudi, qui)

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