Uno degli ultimi libri
che ho letto, guarda caso targato Einaudi, è il romanzo Levels of Life di Julian Barnes, “Livelli di vita”. E’ organizzato
intorno a un espediente poetico molto vicino alla vita vera: “Metti insieme due
cose che insieme non sono mai state; a volte funziona e a volte no”. Metti
insieme due cose, o due persone, che non hanno niente a che fare l’una con
l’altra, che proprio non c’entrano. Ecco fatto: metti insieme la casa editrice
Einaudi, quella di Vittorini, Calvino, Robbe-Grillet, quella di Beckett con le
copertine di Bacon, di Ripellino e di Dylan Thomas, dei saggi di Marcuse,
Adorno, Benjamin e Malcolm X, delle collane Il Politecnico, i Paperbacks, gli
Struzzi, i Saggi dal bordo arancione, i Coralli, dell’Einaudi Letteratura col libro
Idem di Giulio Paolini, delle poesie
di Holan, quella i cui libri li riconoscevamo dall’odore, quella delle
benemerite agenzie rateali Einaudi che ci permettevano di comprarli; con il padrone
delle televisioni commerciali, dei giochi a premio e delle ballerine nude, quello
di Videocracy insomma, oltre che della
P2 e dello stalliere di Arcore.
Parlare dell’Einaudi, per la mia
generazione, vuol dire parlare di un elemento importante della propria
formazione, quel genere di cose in cui ai primi posti c’è Bob Dylan, per
intenderci. Ora, come è potuto accadere che la casa editrice Einaudi sia finita
nella sfera delle attività e delle proprietà di uno come Silvio Berlusconi, l’imprenditore
più agli antipodi della letteratura e dell’esercizio del pensiero, lo stesso che
col sorriso sfacciato e sprezzante diceva che il dottor Fellini era fuori dalla
realtà, all’epoca dell’ultima battaglia culturale in Italia, quella di Federico
Fellini sulle interruzioni pubblicitarie dei film d’autore? E’ successo, ed è così strano che ci si
potrebbe scrivere un romanzo (di fatto ne ho appena finito di scrivere uno
quasi su questo).
Il fatto che l’Einaudi sia rimasta l’Einaudi,
nonostante tutto, è uno di quei miracoli ecologici che fanno sperare nella
tenuta del pianeta.
(testo leggibile anche nel sito Einaudi, qui)
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