12/18/2010

"La falsa violenza"

(la foto qui a fianco di Patrizia Vicinelli è di Alberto Grifi)

Il tema di questi giorni, purtroppo a sproposito (usata come distrazione di massa) è la violenza. Ho delle cose da dire in merito, ma ora vorrei qui solo pubblicare un testo della poetessa Patrizia Vicinelli (che mi fu per anni, gli anni bolognesi e oltre, un'amica) dal titolo La falsa violenza, che ricevo quasi per caso da Loredana Magazzeni (che lo pubblicò anche sulla rivista Le Voci della Luna nel marzo 2004) e che così lo introduce:
   "Il testo di Patrizia Vicinelli, attraversato dalla scritta “La police voit dans le suicide d’un anarchiste détenu un acte d’auto-accusation” costituisce la parte testuale di una plaquette di poesia verbovisiva scritta da Patrizia Vicinelli, per Tau/Ma [vedi immagine in fondo al post], rivista contenitore curata da Mario Diacono e Claudio Parmiggiani, che per prima pubblicò i testi di Adriano Spatola e Giulia Niccolai. Sono gli anni dell’assassinio dell’anarchico Pinelli, gli anni delle lotte studentesche e dell’utopia dell’”amore generale”: a questo utopia si rifà il monologo performativo qui riportato, che invita a distinguere fra una falsa violenza, istintuale diritto dell’uomo, che potremmo leggere come la sua capacità di non adeguarsi passivamente e di resistere, e la vera violenza, che è quella insita in ogni volontà di potere. Niente di più attuale, in un mondo che ha sempre più bisogno di riscrivere l’idea generale di bene e di amore generale".

 La falsa violenza, di Patrizia Vicinelli
   odiate, se volete odiare – ammazzate, se volete ammazzare: nutritevi con la falsa violenza – ma non contateci a lungo: l’amore in fine trionferà – è quando non c’è che la falsa violenza che vi sentite vivere – la vostra mente solo allora lavora: è in rapporto “uno a uno” con lo stimolo, con la bella vita che per voi è inferno, perché dite che la violenza è la reazione degli istinti e gli istinti sono da condannare (la vostra balorda morale) e siete chiusi nel vicolo tondo dove girate con l’asino cieco alla macina – questa non è “in azione”: è “inazione” – ma è con la certezza dell’istinto che sentiamo che l’amore trionferà – e intanto… intanto sappiamo accettare il minimo indispensabile di violenza nell’uomo nata dal suo istinto cercando di distinguere la vera violenza da quella falsa, quella nata dalla lotta per il potere nel mondo – sapere impegnare la mente attraverso i sensi è andare verso l’amore – saper capire un punto sul foglio, alto allenamento alla “psicologia del sé” a cui tutto fa capo – solo qui la mente lavora giusto – lavora con gli stimoli che lei la (la mente generale del tempo) ha creato – odiate, se volete odiare – ammazzate se volete ammazzare: nutritevi con la falsa violenza dettata dal desiderio del mondo – noi non abbiamo paura: sappiamo aspettare l’avvento dell’amore generale nel mondo che toglierà il potere a tutte le organizzazioni del mondo – e intanto…intanto accettiamo il minimo necessario indispensabile di vera violenza che l’istinto (antico es dell’uomo) ancora ci porta – scegli, in compagnia dell’asino cieco, un qualsiasi punto nel vicolo tondo: sei tu, e non a caso, che ruoti inattivo – noi, tutto attorno nel rosa, dove il colore sta per un augurio di pace, guardiamo, nuotiamo in attesa, in attivo godendo, col minimo indispensabile della nostra vera violenza, della vostra falsa stupida assurda violenza che tanto uccide e attendiamo in attivo, predicando lo spazio del tempo sul foglio, come emblema di pace, in attivo, l’avvento dell’amore generale

(da Patrizia Vicinelli, Apotheosys of schizoid woman, Ed. Tau/ma, 1969/70)

1 commento:

luisc ha detto...

scegliere un punto..poterlo scegliere..consentirselo...forse di li', magari zigzagando, ripartire