12/26/2010

La creazione del mondo (frammento da un vecchio racconto)

Frammento da un mio vecchio racconto (“The Golden Age”, in: Oggetti smarriti e altre apparizioni; e, con altra ambientazione, nel romanzo Tolbiac)


   ... e una sera, tra gli ultimi canti di uccelli, mentre la terra diventava scura, il cielo rosa e rosso e il mare giù in fondo pallido e incolore, circondato di gatti che mi gironzolavano ai piedi mentre G. cucinava bistecche e sfornava il pane, con una coperta sulle spalle e un bicchiere di vino in mano io mi addormentai. E sognai la creazione del mondo (anni dopo avrei inserito questo sogno in un romanzo).
   
   Quando Dio creò il Mondo, egli lo divise in tre parti, impiegando tre giorni. Creò dapprima Tutte le cose che finiscono in polvere: i corpi, le cose, le erbe, i sassi, le case, e anche l’aria e i liquidi. E la bellezza, che finisce anch’essa in polvere. Poi creò Tutte le cose che luccicano: le stelle, le lucciole, i brillanti, i fuochi, le lampadine e i fanali. E le illusioni, i desideri, i miti, i valori e altre cose luccicanti. Creò infine Tutte le cose che trillano: i grilli, le cicale, i telefoni, i campanelli, gli uccellini, le idee e frasi magniloquenti, e i cosiddetti nobili sentimenti. Il mondo era fatto, ma Dio passò alcuni giorni a pensare senza pensare, nell'ampiezza senza confini della sua conoscenza, che Tutte le cose dei tre regni si mutano continuamente l’una nell'altra, e Tutte le Cose che Trillano e Tutte le cose che Luccicano finiscono anch’esse in Polvere, ma ciononostante esse sempre si ricreano e continuano a Trillare e Luccicare. “Polvere di Stelle”, pensò (con un sorriso) senza pensare. Il resto dei giorni, Dio si rese conto di avere creato l'Impermanenza. “Tutto si muta in Tutto, pensò Dio senza pensare. E’ questa la Vita, e si chiamerà così, la Vita Stessa, e infatti è ...”
   Il mio sognò si interruppe qui, e mi svegliai con la sensazione che una verità fondamentale - una Polvere Trillante e Luccicante - si fosse volatilizzata in un invisibile, immemorabile Silenzio. Silenzio che è propriamente, se esiste, la Voce di Dio.
   Intanto le bistecche erano pronte e sfrigolanti, e anche il pane. Nella testa mi risuonava una canzone che non ricordavo di avere mai saputo:
... tutte le cose che cadono
tutte le cose che appaiono
tutte le cose che finiscono in mare
tutte le cose che si lasciano andare...

(nell'immagine-copertina, particolare di un dipinto di Cathy Josefowitz, "Ojai")

2 commenti:

Rossland ha detto...

... ... ... (Incantata)

Anonimo ha detto...

beh, l'idea è quella...
un sorriso, beppe s.