Non è una bella storia. Pare che il Paese fosse invaso dai Topi (“ci sono più topi che bambini!”, tuonava la Tv). La gente impaurita protestava per le vie, finché si affacciò in televisione un ometto basso e pelato col sorriso smagliante: “Io vi libererò dai topi. Io ho un potere magico, incantatorio, io sono l’uomo della provvidenza, io io io...”, sbraitava facendo vedere i denti. “Salvaci tu, allora”, disse la gente, e il Presidente approvò: “Sarai ricompensato se fai sparire i topi”. “Nessun problema”, disse in tv l’ometto sorridendo, “datemi un giorno e non ci sarà più neanche un topo, ma da adesso guardate tutti il canale del Piffero in tv”. E si mise a suonare il piffero ridendo, mentre sullo schermo apparve come per magia un’orchestra con ballerini e ballerine nude che facevano le variazioni del piffero. Era una canzone demente che non finiva mai, i topi ne furono incantati e così la gente, tanto che nessun’altra musica si sentì più per il Paese. Ora topi ballerini si esibivano in tv (detta Piffero Tv) e tutti applaudivano i topi della tv del piffero. L’ometto andò a Palazzo a chiedere la ricompensa. “Ti offro la tv”, disse il Presidente. “Quella ce l’ho da un pezzo”, disse il pifferaio (che nel frattempo aveva fatto anche Piffero 1, 2, 3, 4 ecc. tutte uguali), “voglio il tuo Palazzo”. “Col piffero! Piuttosto vado in Tunisia!”. Detto fatto. Il pifferaio ora Presidente fece suonare la canzone del piffero da tutte le tv, la gente storse il naso poi si abituò, e ballò e cantò in coro le canzoni del Piffero. Tutte le bambine divenute cubiste ballavano nude nelle tv del Piffero mentre il pifferaio rideva, i bambini accompagnavano il piffero ininterrottamente. Quelli che si rifiutavano, o erano sordi o zoppi, furono dichiarati Topi ed emigrarono. Restarono solo vecchi, davanti alle tv Piffero 1, 2, 3, 4 ecc., vecchi d’ogni età che si erano dimenticati tutto, ma proprio tutto, del mondo prima del pifferaio. Qualcuno dice che, morto il Pifferaio, un altro uguale lo sostituì, a ridere mostrando i denti e suonare il piffero, ma nessuno si accorgeva più della differenza.
(su l'Unità di oggi, inserto di disegni e favole, "C'era una volta...")
4 commenti:
Questa triste storia mi ricorda qualcosa che è accaduto proprio in questi termini, ma non ricordo il luogo: sarà forse una qualche repubblica ex-sovietica, ora in mano ad un despota? Incredibile, ma non mi viene nulla in mente. Sarà grave?
vorrei che Battisti avesse colpito Bernard o Te, un figlio un padre e, nel vivere sopraffatti da un dolore che mai finisce forse non ci sarebbe
la leggerezza di pensare ai pifferai
(che sempre ci son stati); ciò è triste e penoso davvero
P.R
auguri, gustavivo.
grave è che siamo ancora a parlarne, in effetti... personalmente, comincio a essere infastidito dalla satira, perché ci abitua a convivere col peggio (ma è un discorso difficile che per ora rimando)
beppe
"Pensatore rozzo", ci ho messo un po' a decifrare il tuo messaggio. Bernard sarebbe Henri-Lévy? Di cui io tradussi un intervento? Vorrei chiederti: ma io cosa c'entro? E lui? - e finire qui...
Invece: non sta a me dirtelo, chiunque tu sia, ma il mondo non si ferma mai, neppure dopo le Twin Towers, e alcuni dei nostri innumerevoli lutti finiscono sui giornali, altri no. Io non auguro sofferenza a nessuno (nemmeno a Battisti) e mi dispiace molto (non per me) che tu mi e ci auguri sofferenza. Quanto ai pifferai io non li sottovaluterei, e non è vero che ci sono "sempre"; ma è vero che la loro presenza ha costellato di immensi lutti la Storia, lutti a volte invisibili, lutti a volte anonimi, "danni collaterali".
beppe sebaste
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