9/27/2009

Il nudo, il velo, il burka

A Pieve di Soligo (Treviso) una donna ha denunciato un’altra donna perché, tra gli espositori del supermercato, girava col carrello indossando un burka, spaventandola. Posso capire (faccio parte della generazione che ha visto in tv Belfagor, “il fantasma del Louvre”). Ma lo stesso direttore del supermercato ha detto giustamente che la sua cliente in burka ha tutto il diritto di fare la spesa vestita come le pare. Ora, il tema “supermercato” è molto ghiotto: da Lost in a supermarket dei Clash agli zombi di Romero, sono metafore delle nostre vite svilite come merci tra le merci. Mi interessa però lo scandalo dell’abito. Andrea Inglese, sul sito nazioneindiana, commentando analoghe notizie – nudiste bandite da una spiaggia qui, donne completamente vestite bandite da una piscina là - ha scritto che Luis Bunuel, se rifacesse oggi il film Il fantasma della libertà, lo chiamerebbe Il fantasma della nudità. Ogni deviazione dalla norma (quale?) è suscettibile di persecuzione e divieti. Mentre scrivo questa nota sono ospite della rassegna “Torino Spiritualità”, quest’anno dedicata al tema del “dis-inganno”, della menzogna, dell’apparenza. Dunque, della nudità (e del velo che ne fa indissolubilmente parte). Il tema è in effetti filosoficamente interessante: si è più nudi (nude) e veri col burka o in topless? E perché poi sono sempre le donne a essere illegali?
"The time is out of joint", fece esclamare Shakespeare ad Amleto. Formula attuale, insegna il filosofo Jacques Derrida. “Il tempo è fuori asse”, si traduce di solito, o “fuori squadra”, o “sconnesso”. Philip K. Dick, il grande autore di fantascienza, scrisse nel 1959 un romanzo dal titolo Time out of joint, ottimamente tradotto da Sellerio Tempo fuori luogo. Narra l’oscuro, crescente disagio del percepire qualcosa fuori posto nell’ordine delle cose (il “perturbante” di Freud), in una città di provincia universale. Il metodo (letterario) di Dick era: “se la realtà è un gigantesco complotto, la paranoia è il modo migliore per raggiungere la verità”. Che sia diventata oggi, disperatamente, un’indicazione politica?

(uscito su l'Unità di domenica 27 settembre, rubrica "acchiappafantasmi")

8 commenti:

Anonimo ha detto...

...e pensare che pieve di soligo è il paese collinar dove abita andrea zanzotto...che tristezza. dario.

Anonimo ha detto...

in realtà, tutto il mondo l'europa) è paese. in una spiaggia di saint-tropez (!), normalmente frequentata da nudisti, racconta andrea inglese, hanno protestato contro una donna in top-less...
(beppe)

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

Se tu per libera scelta metti piede su una spiaggia di nudisti allora svestiti. Se tu per libera scelta voi integrare con un paese come Italia Allora adeguate e rendete conto che qui la burka non fa parte della scelta di abbigliamento, punto.