11/06/2008

"Perché denuncio Cossiga"

Le parole che riporto qui di seguito sono dell'amico Pietro Leone, da cui è partita la denuncia di cui ho dato notizia. A questo proposito ricordo che chi vuole aderire, seguendo la forma riportata nel post precedente, può indirizzare l'adesione (autografa) a: Pietro Leone, via Flaminia 287 villino 33 CAP 00196 - oppure per fax al numero 06 3220789. E ora il suo testo:

Un giudice a Berlino
Ho deciso di denunciare Cossiga per le pazzesche dichiarazioni che ha fatto e che tutti conoscete.
Perché ho preso questa decisione che può sembrare stravagante?
Innanzitutto perché finora nessun altro lo ha fatto. E soprattutto non lo hanno fatto personaggi e istituzioni che ne avrebbero il dovere.
E poi perché non ci si deve rassegnare alla rassegnazione.
Da anni viviamo in un paese in cui un politico può dire tranquillamente che ci sono i fucili pronti e continuare a fare il ministro dello stesso stato contro cui vuole organizzare una ridicola (ma non per questo meno pericolosa) rivoluzione. E allora, passo dopo passo, si può sprofondare sempre di più nelle sabbie mobili senza che ci facciamo caso. E anche l’istigazione a ferire studenti e insegnanti, e a usare per questo agenti provocatori può sembrare una cosa quasi normale. Insomma – si dice - il personaggio è fatto così, non ci sta più tanto con la testa, è un po’ matto … L’eversione viene mascherata da folclore! In questa situazione anche Gelli può diventare maestro di storia.
Ma anche i pazzi possono essere pericolosi. Come notava pochi giorni fa un giornalista, se Oswald fosse stato beccato il giorno prima che Kennedy passasse per Dallas, si sarebbe detto che un povero sprovveduto stava organizzando un improbabile attentato al presidente degli Stati Uniti. E lo stesso si sarebbe potuto dire (lo stesso giornalista di cui sopra ha fatto anche questo paragone) di Gavrilo Prinkip che con l’attentato di Sarajewo accese la miccia della prima guerra mondiale. E lo stesso si potrebbe dire di tanti altri casi.
Siamo da poco usciti da un secolo in cui le parole sono state spesso pietre acuminate. I futuristi esaltavano i lanciafiamme e le altre armi moderne. A loro sembrava un bel gesto per scandalizzare i borghesi. Poco dopo quelle armi sbudellavano realmente milioni di persone nella prima guerra mondiale. Negli anni settanta prima si mimava la P 38 con le mani, sembrava un gesto innocuo; poi la P 38 si è materializzata e ha sparato. E non voglio continuare con gli esempi.
Nel caso di Cossiga al consiglio criminale a Maroni si unisce l’esaltazione del proprio stesso operato. L’istigazione si combina con l’apologia del (proprio) reato: ovvero: confessione senza pentimento: confessione come rivendicazione (e se – ipotesi improbabile – non fosse vero, allora sarebbe simulazione di reato).
Ma che mi aspetto da questa denuncia?
C’è un obiettivo massimo e un obiettivo minimo. L’obiettivo massimo è la condanna di Francesco Cossiga per i reati che gli contesto. Se io avessi istigato la folla a rapinare una banca sarei stato arrestato e giustamente condannato. Se Cossiga fa di peggio deve restare impunito? E’ pazzo? Ma allora lo si proclami pubblicamente e si dica urbi et orbi che tutto quello che Cossiga dice va attribuito alla sua malattia mentale. Ma in questo caso non gli si faccia da altoparlante. Se invece non è ufficialmente dichiarato incapace di intendere e volere va considerato responsabile di quello che fa e di quello che dice, soprattutto quando quello che dice può influenzare i fatti, o comunque incoraggiare a commettere atti delittuosi.
E l’obiettivo minimo? Una volta un contadino prussiano aveva fatto causa non ricordo a quale personaggio importante. A chi gli obiettava che non avrebbe ottenuto nulla, rispose: “Ci sarà pure un giudice a Berlino”. Anch’io mi auguro che ci sia un giudice a Berlino. Ma se c’è o non c’è non dipende da me. Ma almeno che si sappia che non ci si rassegna, che non ci si abitua. E che qualcuno (non una sola persona, sono molti) reclama che questo giudice a Berlino ci sia e faccia il suo dovere.
Pietro Leone
P.S. Nei commenti, l'appello in francese di un giornalista (francese) sul deteriorarsi progressivo della democrazia in Italia, a partire dalle dichiarazioni del senatore Cossiga. (Nel suo appello europeo, egli riprende il testo della denuncia).

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Aderisco anch'io alla denuncia!
Grazie per l'iniziativa! Vedo segnali più che preoccupanti nelle manifestazioni di dissenso contro il potere.
E' chiaro che vogliono farci scappare il morto. Carlo Giuliani-e non solo-docet.
Questo per tapparci la bocca e chiuderci in casa.
Per chi chi avrà ancora una casa...
Per chi avrà ancora una bocca...

Stefania Di Lino Kauffman

Anonimo ha detto...

UN ANCIEN PRESIDENT DE LA REPUBLIQUE ITALIENNE SE REND COUPABLE EN TOUTE IMPUNITE D'APOLOGIE DE CRIME
UNE PLAINTE A ETE DEPOSEE A ROME- SOUTENONS-LA
La situation politique italienne est aujourd'hui extrêmement préoccupante. Le 23 octobre dernier, Francisco Cossiga, ancien ministre, ancien président de la république et sénateur à vie, a tenu sur les quotidiens “La nazione”, “Il resto del Carlino” et “Il Giorno” des propos qui à plusieurs titres sont parfaitement contraires aux lois d'un pays démocratique. La seule phrase qu'il prononce que nous voudrions reprendre à notre compte est la suivante: “Est-ce qu'on se rend compte de la gravité de ce qui est en train de se passer?” Une plainte a été déposée mais pour l'instant aucune sanction n'a été prise à l'encontre de Francesco Cossiga. Il nous semble urgent que cette démarche soit soutenue en Italie et ailleurs par tous ceux qui se sentent concernés par le symptôme d'une grave détérioration du débat démocratique en Italie...
Olivier Favier

Anonimo ha detto...

Ecco, io non credo che la democrazia in Italia stia inabissandosi a partire dalle dichiarazoni di Cossiga (n a aryire da quelle di Licio Gelli n tv): entrambi trovano il loro brodo di cultura, il loro stagno. in un terreno già ben preparato, prodotto da anni di svuotamento berluscoconiano della democrazia e della re-pubblica. beppe s.

zambrius ha detto...

Sono d'accordo Beppe, ma rinforzare i bordi dello stagno, come fai tu, come dovremmo fare tutti, è molto importante. Perchè la melma non straripi.
Un caro saluto,
Giovanni

Anonimo ha detto...

bella metafora, giovanni, "rinforzare i bordi dello stagno" - dà un senso ingegneristico, da genio civile, insomma pratico, a chi soffre a volte di inutilità, a torto a ragione, per il proprio esercizio linguistico-intellettuale. ciao, grazie, beppe

Anonimo ha detto...

bravo beppe, ottima cosa questa denuncia, per me il presidente emerito è sempre stato un emerito stronzo.

ciao
sergio garufi

Anonimo ha detto...

avviso in riutardo: ho soppresso alcuni commenti, perché si prestavano - almeno secondo me - a fraintendimenti, e contenevano affermazioni avventate. mi scuso, ma preferisco evitare. beppe