8/26/2008

Storie di politica, panchine e palloncini

Domenica scorsa (24 agosto) è uscito su Repubblica questo mio articolo che aspettava da tempo, sui Palloncini, e che vi invito a leggere. Parla di Casalvieri e delle sue fabbriche di palloncini (leader mondiali), del mio amico artista Elmerindo Fiore che abita lì, di Marcel Duchamp, perfino di Stephen King, e mi è molto intimo. Tutto sommato, oltre che estetico, per me è anche politico - come poteva essere politico Ariosto, non Machiavelli. Idea che la politica (ma in fondo tutti noi) è fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i palloncini... (nella foto, Duchamp con palloncini tenuti col filo).
Forse lo sento in particolar modo stanotte, dopo una serata al festival dell'Unità, pardon alla Festa Democratica (nazionale) di Firenze, dove sono stato invitato a presentare Panchine (sono tuttora a Firenze, in un hotel niente male dove passo la notte), che mi ha lasciato sensazioni diverse, ma la cui tonalità dominante è malinconica. Nel frattempo, all'Unità, quella vera, è arrivato il nuovo direttore, Concita De Gregorio, il cui editoriale di oggi 26 agosto era semplicemente bellissimo. Tanto che d'impulso ho scritto questa lettera al giornale:

Cara Unità, cara Concita: leggendo il tuo primo editoriale di martedì confesso di essermi emozionato. Esco così dal riserbo per scriverti i miei più sentiti auguri per questo nuovo capitolo del giornale e della tua carriera - e, spero, dell’opposizione ed elaborazione politica e culturale in Italia. Ho usato apposta una parola desueta, “carriera”, che significava al tempo dei nostri padri quello che è, una semplice strada di campagna, comunque sia un percorso (oggi per il lavoro si dice job, come un pezzo di ricambio). Credo che quella parola dall’aria antica sia appropriata sia per farti gli auguri che per salutare il contenuto del tuo editoriale, che affronta il tema della memoria e quindi del futuro, della politicità della vita, e quello enorme della precarietà. Perché, più ancora che un lavoro scarso e non garantito, la precarietà descrive la perdita di futuro e le derive individuali e collettive di chi non sa più organizzare narrativamente la propria vita, anche fuori dal lavoro. Di chi non sa dedicarsi in profondità a nulla. Non è quello che accade anche ai politici? Non basta più dire che, per la prima volta, i figli sono più poveri dei loro genitori; ma le stesse vite dei loro genitori risulteranno ai nuovi precari incomprensibili, votate com’erano a obiettivi a lungo termine la cui linearità poteva in parte compensare i sacrifici: voltandosi indietro o guardando in avanti, la vita poteva assumere un senso narrativo, e non è poco. Ecco qualcosa che riguarda i poveri come i ricchi. La frammentazione delle esperienze che si riflette in una frammentazione dell’io, la cooperazione superficiale, l’intensificazione del presente come unico tempo disponibile (l’unico futuro che c’è si offre come futuro di questo presente), la superficialità delle relazioni sociali, tutte queste attitudini in perfetto spirito aziendale stanno forgiando un tipo antropologico che assomiglia molto alla dannazione: un’eternità senza tempo e senza storia. Dove tutto manca e continua a mancare anche a chi si crede berlusconiano e felice – l’ansia del consumismo, anche dei più giovani, che sfocia nelle più diverse tossicodipendenze. Ecco, cara Concita, il mio auspicio è che l’Unità, oltre a tutto quello che hai scritto, sia un esempio anche di questo, di un cercare di rendere più narrative le nostre vite e il nostro sguardo sul mondo.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono contenta che tu sia Firenze. Quando parli di Panchine? Forse ce la faccio a venire a sentirti.
Cari saluti,
Felicia

Anonimo ha detto...

Ciao, ho parlato ieri sera, già tornato a roma... un abbraccio, beppe

Anonimo ha detto...

Il tuo articolo sui palloncini è straordinariooo (oooo come tanti palloooncini). La mia amica F. mi aveva detto che sei bravo davvero e poi mi ha telefonato dicendomi di Panchine alla Festa dell'Unità ops, democratica. Ora so che non ci sei più. Mi avrebbe fatto piacere conoscerti! Vanna

Anonimo ha detto...

cara vanna, spero ci sia un'altra occasione. intanto grazie, e alla prossima qui. beppe

Anonimo ha detto...

caro beppe
siamo tornati e abbiamo trovato i tuoi palloncini. E' sembrata quasi una festa di ricevimento. Grazie.
Mi sono sorpreso anche se avevo già letto l'articolo. Impaginazione intelligente, con tutto quello spazio in alto per farli volare. Anche gianni fontana che era con noi lo ha trovato bellissimo.
A presto
piumalarga

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie