8/12/2008

Il luogo del non esilio

Dopo viaggi alpini, sono in questi giorni a Ravello, dove ho ascoltato ieri sera un magnifico concerto sinfonico diretto da Daniel Barenboim con la sua The West-Eastern Divan Orchestra (il nome è mutuato da Goethe, dalla sua raccolta di poesie Il Divano Occidentale Orientale), con lo scenario incredibile del golfo, del mare. Conoscete Ravello, sopra Amalfi, con terrazze di limoni digradanti verso il mare, ecc. ecc. ? Amo questo luogo, e due anni fa ne avevo scritto qui. Forse vale la pena (ri)leggerlo: ci credo ancora, e Ravello non è cambiata. E' il posto, oltre che della bellezza, dell'ozio creativo contrapposto al neg-ozio (questo, però, non so quanto durerà).
L'orchestra di Barenboim, che dirigerà un altro concerto stasera (Brahms, contrapposto al Wagner di ieri sera), sempre all'ora del tramonto (invece, la notte tra il 10 e l'11, ce n'è stato un altro in attesa dell'alba, con l'Orchestra Scarlatti: pure sinestesie) è composta di musicisti israeliani e palestinesi, giovanissimi e di grande talento. Porta lo stesso nome goethiano della Fondazione fondata con Edward Said, il grande filosofo e intellettuale palestinese morto nel 2003, di cui è uscita quest'anno da Feltrinelli una raccolta di bellissimi saggi tra letteratura, filosofia e arte: Nel segno dell'esilio. La musica sveglia il tempo è invece il titolo di un libro geniale di Barenboim (anch'esso edito da Feltrinelli). Forse Ravello (dal latino Rebellum) è, anche, il luogo del risveglio e del non-esilio.

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