Ne ha anticipato alcuni brani l'Unità di oggi, e sta per uscire (credo da domani in libreria) sul n. 40 di Nuovi Argomenti. Parlo di un testo che mi sta a cuore, dedicato agli anni Settanta (con riferimento soprattutto a Roma, il che può apparire strano visto che abitavo a Parma e a Bologna). Dedicato soprattutto allo sparire, e a Francesca Woodman. Si chiama Storia con fantasmi (è in PDF, potete leggerlo cliccando il titolo, sì). L'ho scritto qualche mese fa di getto, doveva apparire in un libro da cui l'ho poi ritirato e sostituito (Renault 4, edito da Avagliano). Chi mi conosce, sa che sul tema del fantasma sto lavorando (e lavorerò ancora) da tempo. A presto.
[Per il resto: il nostro manifesto-appello Il triangolo nero / Nessun popolo è illegale, leggibile qui giù nel blog, si è diffuso come una pandemia (direbbe l'amico Giuseppe Genna), sia sui giornali cartacei che on line, rimbalzando in circa 500 siti e blog. E questo è un bene.]
13 commenti:
come diceva alice quando era nel paese delle meraviglie, o il cappellaio matto, non ricordo bene, è sempre l'ora del tè e non abbiamo il tempo di lavare le tazze. i fantasmi fanno così: non lavano mai le tazze
Bello questo commento...i fantasmi che non lavano mai le tazze. Non so se lo condivido..ma mi piace. Sarà perché I fantasmi si abbinano bene con il Paesedelle Meraviglie di Alice?
la frase più bella, e forse pertimente, del cappellaio matto, è quando per riparare l'orologio tutti ci mettono dentro di tutto, anche il tè ovviamente, e Alice per aiutare vorrebbe metterci del burro. Al che il cappellaio la blocca e grida: "no! il burro no! il burro non serve per i movimenti". (credo di averla riportata in un mio libro)
"Ma era burro di prima qualità"
Caro Beppe, un pensiero che vorrei approfondire davanti al nostro orzo e Trastevere quando verrò a Roma la prossima settimana: i fantasmi li creiamo noi stessi in un tentativo, vano, di giustificare cose che non abbiamo il coraggio di vivere, oppure li creano gli altri (intesi come entità esterne e in antitesi) per ingannarci e adoperano il burro? Baci, Ilaria
pezzo impeccabile, bellissimo. da leggere nelle scuole. per fare piazza pulita dell'opera di disinformazione sugli anni Settanta da parte della banda del Corsera, guidata da tal Battista, uno che io non prenderei come praticante neppure alla Gazzetta di Paperopoli.
grazie dei vostri commenti (cnocordo su battista e il corriere)e per la prcisazione sul burro del cappellaio (matto?). cara ilaria, non so, io sono rimasto a eduardo: i fantasmi siamo noi, sempre.
Mia madre sostiene che le girano per casa (i fantasmi), e qualche volta è sembrato anche a me di vederli. A questo punto le opzioni sono 3: sono suggestionabile, sono pazza, sono medium. La riflessione è complessa e decidere arduo.
sai, così come manganelli non poteva che diventare capo della polizia, così battista non poteva non essere un maggiordomo...
faccio la revenante e seguo il tuo blog, dove quegli anni di carne e non di piombo che ho appena sfiorato si stagliano nitidi; grazie, beppe.
isabel: grazie, fatti viva!
molto intiresno, grazie
Perche non:)
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