6/08/2009

Pirati a Venezia e a Strasburgo (due notizie)

“Ieri [il 3 giugno, N.d.R.] alla Biennale di Venezia sono arrivati anche i «pirati» della Rete per dire no al copyright. L’iniziativa è di S.a.L.e.,uno spazio espositivo negli ex Magazzini del sale gestito dai centri sociali che ospiterà il progetto di Miltos Manetas «The Embassy of piracy» che coinvolgerà gli hackers del sito Piratebay.org e la performance audiovisuale «The Ramallah syndrome». Agli ex Magazzini del Sale è stato allestito uno spazio dove sarà possibile scaricare di tutto: libri, musica, video. Chi accetterà l’invito sfiderà «il governo italiano - ha dichiarato ieri Marco Baravalle, uno dei promotori dell’iniziativa - che ha annunciato di costituirsi in giudizio contro Piratebay.org».www.sale-docks.org” (da l’Unità del 4/6/09)

Da l’Unità on line di ieri e oggi, a forma di Roberto Arduini:
“Già gli exit poll in Svezia riportavano la grossa sorpresa, confermata dai dati: la neoformazione del Pirate Party, il “partito dei pirati informatici” ha raccolto alle elezioni europee il 7,1% dei voti degli svedesi e un seggio in Europa, diventando così la quinta forza politica del Paese in Europa. È giunto dietro ai Socialdemocratici, con il 25%, i conservatori del Partito moderato, con il 18,5%, al Partito dell'Ambiente con l'11,5% e il Partito Liberale con l'11,4%. «La questione della tutela della privacy e delle libertà civili è importante per la gente che lo ha dimostrato chiaramente con questo voto» ha detto Anna Troberg, una dei candidati. Il Pirate Party, fondato nel 2006 dal pirata informatico Rickard Falkvinge, per chiedere una riforma della legge sulla proprietà intellettuale, con un taglio nella durata dei diritti di copyright e la liberalizzazione del file sharing. Forte anche del sostegno dello scrittore e poeta Lars Gustafsson, uno degli intellettuali svedesi più conosciuti a livello internazionale, questa formazione politica si pone l'obiettivo di garantire meglio di molte altre la libertà e l’indipendenza di internet in un’epoca in cui stanno nascendo sempre più restrizioni politiche sulla rete, ma anche nuove forme di cittadinanza virtuale. L’appoggio di uno scrittore così famoso è solo un segno della crescente popolarità e serietà del progetto politico dell’ex programmatore Microsoft Falkvinge.
Secondo l'ultimo sondaggio sulle intenzioni di voto degli svedesi prima delle elezioni di ieri, i Pirati sarebbero arrivati a essere il terzo partito del paese, on il 7,9 % delle preferenze. L'esito delle urne ha praticamente confermato i sondaggio, visto che il partito informatico ha raggiunto il 7,1%. Il partito di Falkvinge riesce così a mandare un suo rappresentante all’europarlamento (forse due), spostando su un piano più ampio la sua battaglia per una riforma delle leggi sul copyright e una migliore tutela della privacy su internet.
Il successo del Partito informatico è ancora più sorprendente se si considera che alle elezioni politiche del 2006 avevano raccolto solo lo 0,6% dei consensi. La loro popolarità è cresciuta enormemente dopo il 17 aprile, quando i quattro fondatori del sito di download Pirate bay (che non è legato al partito di Falkvinge) sono stati condannati da un tribunale svedese a un anno di carcere e al pagamento di una multa da milioni di euro per violazione delle leggi sul copyright.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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