“Diversamente buon anno” (uscito su “l’Unità”, 2 gennaio 2006)
Nel suo libro autobiografico On writing, lo scrittore Stephen King ha dedicato parole critiche verso la sua generazione che, scrive, “ha avuto un’occasione per cambiare il mondo, e ha scelto invece il Supermercato on-line”. È il commento più lieve tra quelli possibili sull’ultimo intreccio tra politica e business. King parla della generazione del 68, che è grosso modo la generazione di Consorte e sodali (a parte i più giovani “furbetti”): l’immaginazione al potere era in realtà un’immaginazione per il potere. Ma come insegna il metodo del politicamente corretto, sono i nostri modi di dire e di pensare criticamente ad essere obsoleti e condannati dalla Storia.Sulla scia del “non si dice disabile, ma diversamente abile”, è ormai acquisito che non si dice “disonesto”, ma “diversamente onesto”, come chi ci governa attualmente, modello di una diversità mal giudicata. Le nuove leggi insegnano che i bilanci non sono “falsi” ma “diversamente veri” e certi guadagni non sono “illeciti”, ma “diversamente leciti”, così come non si dirà “corrotto”, ma “diversamente retribuito”. Quanto al prevalere del business e degli interessi privati sull’etica pubblica, tanto per cominciare non si dice “affari”, ma “diversamente politica”, e la parola “privato” va sostituita con “diversamente pubblico” (vedi le scuole). Inversamente, non si dirà “pubblico” (parola triviale per indicare una minoranza), ma “diversamente privato”. Colgo l’occasione, essendo stato tra i primi a farlo, a scusarmi della parola “regime” impropriamente usata in questi anni: il nostro governo [il governo Berlusconi, N.d.R.] è “diversamente democratico”, ha condotto il Paese in una “diversamente pace” in Iraq e ha svolto un lavoro legislativo “diversamente equo” e “diversamente liberale”. Non è, e non è mai stato un governo “di destra”, ma “diversamente di sinistra”, prova ne sia che la nostra sinistra (di governo) non si dirà più “sinistra” (che non è bello), ma “diversamente destra”.Con ciò non si intende ovviamente che non siano diversi, ma “diversamente uguali”.
Quanto a questo giornale [l’Unità, N.d.R.], sarebbe ora che si aggiornasse. Già il suo nome è scorretto: non si dice “l’Unità”, ma “diversamente isolati” (o, in altri contesti discorsivi, “diversamente Il Foglio”), e invece che “di opposizione” sarà meglio dirsi “diversamente a favore”. Quanto a noi disoccupati (“diversamente occupati”) del Lunedì al sole, che altro possiamo sperare se non una politica “diversamente riformista”? Tanti auguri per un anno diversamente nuovo.
6 commenti:
Non avevo letto gli auguri di buon (diversamente nuovo) anno di Beppe di un anno fa. Auguri pessimisti, o mestamente realisti, che a 14 mesi di distanza e a otto mesi di governo dell'Unione (diversamente unita) risultano premonitori. Mi dicono che a Bruxelles c'è il sole e sembra primavera. Qui a Roma piove, si celebra (commemora?) il concordato di 78 anni fa (ma che razza di ricorrenza? ce n'era proprio bisogno?), il ministro della giustizia -- novello Fouchet -- ritiene di valutare politicamente un crimine prima di chiedere che i criminali siani consegnati alla giustizia e, anche se in Iraq la (diversa) pace viene perseguita da altri, in Afghanistan sono ancora i nostri soldati a diffondere la democrazia e il progresso. Tuttavia un grande passo avanti è stato fatto: quando verrà il bel tempo avremo più pannelli solari che pria e non solo Napoli, ma tutto u paese du sole sarà ancora una volta faro di civiltà. Un abbraccio (diversamente mesto),
Stefano
molto divertente, o meglio diversamente divertente...
paolo
sono diversamente interessata. Voglio fare la vita di quelli che tornano a casa e si attaccano al blog ma torno tardi e proprio non ci riesco comunque volevo soltanto sapere cosa succedeva qui e sono venuta a leggere . laura palmieri
Anche a me piace ripescare gli articoli di un anno fa, o anche prima, per parlare delle cose di oggi. Non cambia nulla, praticamente. Gli spunti sono gli stessi, le situazioni anche.
un grande saluto
Paolo
beppeee, anche gianluca è ricoverato al sancamillo, mentre cammino nei viali del sancam mi viene in mente la canzoncina di giovanotti e penso che se la canta dentro al sancamillo potrebbe trovare dei ...siii quegli uomini che si appostano e ti sparano quando ti riconoscono... "sono un ragazzo fortunato..." non ti sembra bello pensare che entra uno al san camillo e non sa che ci sono quei cosi lì i cecchini, aspettano proprio te, andate al san camillo sembra un luogo di guerra saluti laura
adoro collegarmi a commenti che non centrano ma ti richiamano qualcosa. Chiedo scusa per le associazioni "a delinquere"
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