3/27/2010

Otto anni fa: "Dove comincia il fascismo?"

“Lo stato attuale delle cose: la trasformazione progressiva della res publica in governo padronale di azienda, la tendenza visibile dello stesso governo a fagocitare ogni ente o istituto concorrente nel campo primario dell’informazione e dell’espressione (radio, televisione, editoria) e la maggior parte della variopinta fabbrica della ricchezza e del consenso (pubblicità, assicurazioni, ecc.), (...) per non parlare di ciò che di arbitrario e distorto si consuma nel campo giudiziario, e l’attacco alla Costituzione...”. “Nel Forum di Parigi, ‘Italia, la resistibile caduta della democrazia’, il 12 gennaio all’Ecole Normale Supérieure (...) il pubblico stipato e partecipe chiese incredulo che cosa aspettasse l’opposizione di sinistra a organizzare manifestazioni di ferma protesta contro il governo” (...) “Dissidenti (...) sono le voci che in vari ambiti si oppongono all’attuale imbarbarimento che il regime instaurato da Berlusconi e i suoi alleati rappresenta nella società italiana e nella vita pubblica, per fare sentire (...) che esistono linguaggi anche pubblici che non si piegano né alla finanza né alla pubblicità, che sono diversi di natura e non solo di grado da questa dittatura in larga parte mediatica detta ‘morbida’ (ma fino a quando?)...”. “A quali avatar del totalitarismo allude e prelude il regime che si sta installando in Italia? Se usiamo per un attimo quella parola condannata dalla Storia, quello spettro, revenant, in attesa di coniare parole più precise, la domanda sarà: dove, quando (ri)comincia il fascismo?”
(Le citazioni sono da Mario Luzi, “Il sonno della ragione”, da S.Scateni-B.Sebaste, introduzione, in: AA.VV, Non siamo in vendita. Voci contro il regime, Arcana 2002 (interventi di scrittori, registi, artisti, cittadini). Otto anni fa, otto anni prima del populismo spettacolare di Santoro. Nel libro, Maurizio Chierici ammoniva sul divenire-Argentina dell’Italia. Bersani lo ha detto solo ieri l’altro. Forse qualcosa avremmo evitato, se tanti, troppi, non avessero minimizzato la realtà).

(rubrica "acchiappafantasmi", l'Unità di domenica 28 marzo, col titolo "Il sonno della ragione")

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