8/08/2009

Sté zett / State zitti

Mentre sto scrivendo sulla parola silenzio", per le pagine estive de l'Unità, ritrovo questa poesia magnifica del grande Raffaello Baldini, in dialetto romagnolo naturalmente, e con traduzione in italiano. Mi piacerebbe leggervela (mi accaduto di farlo in pubblico), sia nella mia traduzione impromptu in dialetto parmigiano che in italiano. E' una delle più belle che conosca. Dice semplicemente di stare zitti...

Zéinch minéut

Acquè u n sint gnént, s’ a n stasí zétt, sté zétt!
sè, t’é vòia, zò, par piesàir,
zéinch minéut, se no u n s sint un azidént,
ècco, andémm un pó mèi, però alazò,
a déggh sa vuílt, cs’ èll ch’ u v gòsta stè zétt?
porca putèna, a v li gí dòp al robi,
adès sté zétt, acsè, zétt ènca mè,

gnént, mo va là, u n s sint gnént l’istèss, però
che roba, sint che roba, a stè zétt tótt
.

[Cinque minuti

Qui non si sente niente, se non state zitti, state zitti!
sì, hai voglia, state zitti, su per piacere,
cinque minuti, se no non si sente un accidente,
ecco, andiamo un pò meglio, però laggiù,
dico a voi, cosa vi costa star zitti?
porca puttana, ve le dite dopo le cose,
adesso state zitti, così, zitto anch’io,

niente, ma va’ là, non si sente niente lo stesso, però
che roba, senti che roba a star tutti zitti
.

dalla raccolta Intercity di Raffaello Baldini

2 commenti:

manginobrioches ha detto...

Bellissima. Ma lo dico in silenzio.

Anonimo ha detto...

ma a me oggi verrebbe da urlare...urlare forte!!!!!!!
e questo sté zett mi mette nella fatica di dover accettare i silenzi altrui. Questo mi rende inquieta.
Il bello del silenzio è che è tale e bello se viene scelto e nel momento in cui viene scelto diventa vitale ascolto di tutto ciò che intorno a noi ha voce o non ce l'ha...
ma quando il silenzio è imposto ci si scontra con lui come se fosse un insormontabile muro e ferisce più di un urlo...