10/17/2008

Spettri e denaro

Si parla e si è parlato molto di soldi, di valore, di crisi economico-finanziaria. Perfino il Papa, che non paga l'Ici sugli immobili, che percepisce l'otto per mille degli Italiani, ecc. I soldi non sono solidi, ha detto. Anch'io sto pensando, non da oggi, al fantasma dei soldi. Ma è un fantasma su cui un altro vecchio fantasma, che degli spettri ha sempre avuto - dal suo primo apparire - la facoltà di tornare e di aggirarsi, ha ancora da dire. Per esempio questo, per cominciare:

"Il denaro, che possiede la proprietà di comprare tutto, la proprietà di appropriarsi di tutti gli oggetti, è l'oggetto in senso eminente, il cui possesso è il possesso più eminente. L'universaltà della sua proprietà è l'onnipotenza del suo essere; esso è considerato l'ente onnipotente. Il denaro è il mediatore - il mezzano - tra il bisogno e l'oggetto, tra la vita e il mezzo di vita dell'uomo. Ma ciò che mi serve come mediatore della mia vita, mi fa mediare di conseguenza anche l'esistenza degli altri uomini. Il mio prossimo, è il denaro.
Scrive Shakespeare, in Timone di Atene:
'Dell'oro! Dell'oro giallo, prezioso, scintillante! No, Dei del cielo, non è la mia una frivola supplica. Un tanto di oro fa nero il bianco, bello il brutto, buono il cattivo, giovane il vecchio, valoroso il vile, e nobile l'ignobile... Questo oro fa allontanare i vostri preti dai vostri altari; fa strappare il cuscino sotto il capo dei moribondi; questo giallo schiavo scioglie e annoda i legami più sacri e i sermenti, benedice i maledetti, rende amabile la lebbra, onora i ladri e dà loro il titolo, gli omaggi e le lodi del banco dei senatori; conduce i pretendenti alla vedova avvizzita. Questo oro ringiovanisce come balsamo e trasforma in un fresco giorno d'aprile colei che ripugnerebbe con nausea in un ospedale per le sue piaghe purulente. Maledetto metallo, comune puttana dell'umanità, che metti la discordia tra i popoli..."
Shakespeare dipinge magistralmente il denaro e la sua natura [...] Ciò che è mio, ciò di cui posso appropriarmi mediante il denaro, ciò che posso - cioè può il denaro - comprare, ciò sono io, il possessore del denaro. Le proprietà, qualità del denario sono le mie qualità e forze essenziali. Ciò che io sono e posso non è affatto determinato dalla mia individualità. [...] Sono cattivo, disonesto, senza scrupoli senza ingegno, ma il denaro è onorato e così lo sono anch'io, suo possessore. Il denaro è il più grande dei beni, dunque il suo possessore è buono. Il denaro mi dispenda inoltre dalla pena di essere disonesto, e mi si presume onesto. Io sono senza spirito, ma il denaro è lo spirito reale di ogni cosa, come potrebbe dunque il suo possessore essere senza spirito? Inoltre può comprarsi gente ricca di spirito, e chi ha potere sulla gente ricca di spirito non è più ricco di spirito dell'uomo ricco di spirito? Io che posso avere, grazie al denaro, tutto ciò che un cuore umano desidera, non possiedo allora tutti i poteri e le facoltà umane? Il mio denaro non trasforma tutte le mie impotenze nel loro contrario?
Se il denaro è il legame che mi connette alla vita umana, alla società, alla natura e agli uomini, non è il legame di tutti i legami? Non è anche ciò che può separare e spezzare ogni legame? [...]
Shakespeare fa risaltare soprattutto due proprietà del denaro: è la divinità visibile, la metamorfosi di tutte le qualità umane e naturali nel loro contrario, la confusione e perversione generale delle cose, la conciliazione delle incompatibilità. E' la prostituta universale, l'universale mezzana di uomini e popoli".
(Karl Marx, "Il denaro", appunti contenuti nei Manoscritti economico-filosofici del 1844), responsabilità della traduzione mia, b.s.)
P.S. "Oh Lord, want you bay me a Mercedes Benz..." (Janis Joplin)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

bravo beppe, hai colto nel segno
è da qui, da una rivoluzione etica, che bisognerebbe ricominciare tutto daccapo
altro che programmi politici
sarebbe bello se qualcuno capisse che con le stesse lettere di denaro
ci si può scrivere anche "donare"
citando marx tu ci hai provato
un abbraccio
piumalarga

Anonimo ha detto...

non lo so caro sergio, temo che l'alenazione (per usae una parola del giovne vecchio marx, sia molto più avanzata di quello che crediamo, e anche la sonnolenza, l'indifferenza...

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e