9/07/2008

Una fotografia (e Rossella Or)


Per chi sta a Roma, oggi su la Repubblica, per la serie "Donne di Roma", c'è il mio racconto, e una bella immagine di Elisabetta Benassi. Ma quello che mi ha emozionato poco fa è l'avere scoperto per caso questa fotografia di Salvatore Piermarini, che riproduco. Non sapevo minimamente ricordarmi dove diavolo fosse stata scattata, poi il fotografo, contattato, mi ha detto: Bomarzo, 1997, durante una rassegna di arte e poesia dal titolo "Contaminazioni". La didascalia nel suo album dice: "actress and writer". Lui sono io, e sono sostanzialmente uguale ad allora (tranne i capelli, ora chiazzati di grigio), lei è Rossella Or, celebre attrice delle avanguardie teatrali romane (su di lei ho scritto qui). Siamo stati molto vicini, per un certo periodo. Quello che mi commuove, quasi mi turba, è la sostanza senza tempo dell'immagine, e delle persone fotografate. Lo so, è banale dirlo. So che sono io, so che io, o meglio lui - e lei - mentre lo guardiamo potrebbe essere morto, potrebbero essere morti, anzi sono già morti, e qualcun altro, forse, continua al loro posto.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

L'effetto "antico" del b/n...Chissà: magari,così come raramente siamo completamente vivi, non si muore che per strati...Così c'è sempre qualcosa di noi che abita nel passato e qualcos'altro che abita nel futuro...Ciò che è vivo qui e ora, è il "testimone", colui che è presente..

Anonimo ha detto...

e poi occorre ancora testimoniare per il testimone...

zambrius ha detto...

A Bomarzo, nel giardino, ho consumato anni fa uno sciagurato e struggente tradimento, che è ancora lì, da qualche parte, e mi turba, come a te questa bella foto in bianco e nero, che m'ha ricordato il mio tradimento...

Adriano (Adrio) Petrucci ha detto...

ricordo con affetto Bomarzo. i miei genitori erano soliti portare me e mio fratello in giro per l'Italia nel tempo libero. un giorno, mentre eravamo in macchina, di ritorno da non ricordo quale luogo, mia madre ci annunciò una piccola deviazione in un posto fantastico, dove esseri giganteschi di roccia, che gia popolavano i nostri sogni di bambini, si contorcevano in lotte efferate oppure si stendevano al sole, sdraiati sull'erba o all'ombra di qualche mitologico, gigantesco animale a noi sconosciuto.


veramente bello questo intervento caro Professore.

A presto

Adriano

Anonimo ha detto...

in fondo ogni foto è una soria di tradimento, o tradimenti. se poi c'è un uomo e una donna (una donna e un uomo) è inevitabile, ne è un allestimento. a bomarzo, poi... guardate come ognuno guarda per suo conto. forse è è la cosa che mi piace di più, questa buffa e un po' patetica ostentazione di indipendenza. forse il tradire è il sale delle relazioni. un caro saluto, b.

Anonimo ha detto...

P.S. ah, il fotografo mi ha segnalato che ho fatto un lapsus nel blog. la rassegna per cui eravamo a Bomarzo si chiamava "Incantesimi", non "Contamimazioni". un lapsus che nasconde una rimozione e un incanto e nello stesso tempo li dichiara...
b.