Due attori e un’attrice (Michele Balducci, Emanuel Caserio, Claudia Vismara) tutti poco più che ventenni. Un uomo vestito di grigio e una donna vestita di rosso. L’uomo è affiancato dal suo doppio, come vuole forse lo sdoppiamento tra personaggio e poeta, o quello semplicemente nevrotico tra sé e sé. Un uomo e una donna che provano ad amarsi e a ininterrottamente fallire per fallire meglio, fino all’estinzione (di sé o dell’altro, è uguale). Come se l’uomo e la donna non pensassero mai la stessa cosa, anche quando pensano la stessa cosa. Tutte le poesie di Carlo Bordini abitano questo scarto abissale - luogo impossibile da cui scaturisce la poesia: l’alterità irriducibile, l’altro che è forse, innanzitutto, se stesso.
C’è un capitolo nella biografia del poeta Bordini, svolta o scherzo del destino, che è anche il capitolo centrale di questa messa in scena di Virginia Franchi e Francesco Pontorno della parola amorosa: il poema Strategia, in forma di cronaca di un onirico incontro di pugilato. Il poema è stato scritto alla fine degli anni ‘70 – descrizione di un gioco al massacro cui non aiutano, anzi tutt’altro, anni di psicanalisi e consapevolezza. Chi lo mette in scena e lo fa proprio con indubbia partecipazione estetico-emotiva è una regista di 24 anni con attori suoi coetanei. Dolori e nevrosi sopravvivono agli autori-portatori dando risposte, o meglio domande, valide nel tempo. Confesso di avere provato una vertigine di commozione per questa epifania, poesia come eterno presente. Tornando a Strategia, ovvero a Vulcano, è la storia di un match impossibile. Cosa si vince? “Siete voi due la vincita”, dice l’allenatore. Fino all’esaurimento, poiché i due sono sempre fatalmente pari. “Ci eravamo abbracciati per non toccarci. / io ti tenevo tra le braccia e pensavo: / finché siamo così non possiamo colpirci”.
In questo periodo di feconda riscoperta dell’underground italiano, mi piace ricordare che le poesie di Carlo Bordini, sparse in mille rivoli editoriali dagli anni ’70 a oggi, sono raccolte da un anno per l’editore Luca Sossella col titolo I costruttori di vulcani. Bella, sentita e perturbante questa trasposizione teatrale. Ma sentirle leggere dall’autore è ancora una bellissima esperienza.
Articolo uscito su l'Unità di oggi, sabato 4 febbraio 2012.
Vulcano va in scena al Teatro Colosseo, via Corno d'Africa, Roma, fino a domenica. Ma le date posso essere state canbiate per via della neve.
Sullo stesso argomento vedi anche: http://beppesebaste.blogspot.com/2010/07/i-costruttori-di-vulcani-di-carlo.html
4 commenti:
il mare (oggi) è un campo di neve
ciao
sergio
meravbiglia..
ti copio e incollo una frase che ho postato su Fb poco fa, d'impulso, ma molto sentito:
Una volta mi hanno detto che la neve la fanno gli Angeli. Avevo sorriso. Oggi ci ripenso, nel silenzio e chiarore che ha prodotto, nella lezione di umiltà che ha impartito a questa città spavalda e tremante che è Roma.
ciao, beppe! ho letto 'costruttori di vulcani' grazie alla bella recensione che ne hai fatto a suo tempo e, dopo aver letto la tua recensione della sua messa in scena, spero vi siano repliche anche a Napoli.
mariella t.
ciao mariella, un caro saluto... beppe
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