2/04/2012

Vulcano, poesia a teatro

   Si apre con lo stupore del mare: “Il mare è grigio. Il mare si muove lentamente. Il mare è rotondo (...) Il mare è ciclico. Si noti: il mare c’è in tutte le stagioni. Per questo dico che è grigio, perché adesso è inverno (...)”. Teatro di parola, anzi di poesia (quelle di Carlo Bordini). Parla dell’amore appena sbocciato, oppure ricominciato, rewind: “Ciclicità, eternità, vastità e orizzonte”. Le orme sulla spiaggia “se sono irregolari, tanto meglio”. S’innesta nel monologo sui Gesti della splendida omonima poesia (“Persone i cui gesti tremano / un po’ / Persone i cui gesti sbagliati. (...) I gesti / rassegnati (...) I gesti consapevolmente / goffi, (...) I gesti che / sanno / che non c’è niente da fare...”). Siamo nella paludosa lussureggiante foresta dell’amore, aggrovigliata come i Nodi di Ronald Laing (ricordate? L’antipsichiatra inglese autore, tra l’altro, di Mi ami?”).

   Due attori e un’attrice (Michele Balducci, Emanuel Caserio, Claudia Vismara) tutti poco più che ventenni. Un uomo vestito di grigio e una donna vestita di rosso. L’uomo è affiancato dal suo doppio, come vuole forse lo sdoppiamento tra personaggio e poeta, o quello semplicemente nevrotico tra sé e sé. Un uomo e una donna che provano ad amarsi e a ininterrottamente fallire per fallire meglio, fino all’estinzione (di sé o dell’altro, è uguale). Come se l’uomo e la donna non pensassero mai la stessa cosa, anche quando pensano la stessa cosa. Tutte le poesie di Carlo Bordini abitano questo scarto abissale - luogo impossibile da cui scaturisce la poesia: l’alterità irriducibile, l’altro che è forse, innanzitutto, se stesso.
   C’è un capitolo nella biografia del poeta Bordini, svolta o scherzo del destino, che è anche il capitolo centrale di questa messa in scena di Virginia Franchi e Francesco Pontorno della parola amorosa: il poema Strategia, in forma di cronaca di un onirico incontro di pugilato. Il poema è stato scritto alla fine degli anni ‘70 – descrizione di un gioco al massacro cui non aiutano, anzi tutt’altro, anni di psicanalisi e consapevolezza. Chi lo mette in scena e lo fa proprio con indubbia partecipazione estetico-emotiva è una regista di 24 anni con attori suoi coetanei. Dolori e nevrosi sopravvivono agli autori-portatori dando risposte, o meglio domande, valide nel tempo. Confesso di avere provato una vertigine di commozione per questa epifania, poesia come eterno presente. Tornando a Strategia, ovvero a Vulcano, è la storia di un match impossibile. Cosa si vince? “Siete voi due la vincita”, dice l’allenatore. Fino all’esaurimento, poiché i due sono sempre fatalmente pari. “Ci eravamo abbracciati per non toccarci. / io ti tenevo tra le braccia e pensavo: / finché siamo così non possiamo colpirci”.
   In questo periodo di feconda riscoperta dell’underground italiano, mi piace ricordare che le poesie di Carlo Bordini, sparse in mille rivoli editoriali dagli anni ’70 a oggi, sono raccolte da un anno per l’editore Luca Sossella col titolo I costruttori di vulcani. Bella, sentita e perturbante questa trasposizione teatrale. Ma sentirle leggere dall’autore è ancora una bellissima esperienza.

Articolo uscito su l'Unità di oggi, sabato 4 febbraio 2012.
Vulcano va in scena al Teatro Colosseo, via Corno d'Africa, Roma, fino a domenica. Ma le date posso essere state canbiate per via della neve.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

il mare (oggi) è un campo di neve
ciao
sergio

Beppe Sebaste ha detto...

meravbiglia..
ti copio e incollo una frase che ho postato su Fb poco fa, d'impulso, ma molto sentito:

Una volta mi hanno detto che la neve la fanno gli Angeli. Avevo sorriso. Oggi ci ripenso, nel silenzio e chiarore che ha prodotto, nella lezione di umiltà che ha impartito a questa città spavalda e tremante che è Roma.

Anonimo ha detto...

ciao, beppe! ho letto 'costruttori di vulcani' grazie alla bella recensione che ne hai fatto a suo tempo e, dopo aver letto la tua recensione della sua messa in scena, spero vi siano repliche anche a Napoli.
mariella t.

Beppe Sebaste ha detto...

ciao mariella, un caro saluto... beppe