5/30/2010

La libertà di stampa e la verità della letteratura

Riguardo alla libertà di espressione e di stampa, penso da sempre che si dovrebbe conferire una fondamentale, irrevocabile immunità alla letteratura (settore poco illuminato nella sacrosanta lotta contro ogni legge bavaglio), una libertà totale di dire, nominare, narrare. Riconoscimento alla natura di un genere che di solito si riserva alla satira, dimenticando che la libertà della satira ha senso in virtù della sua appartenenza alla letteratura. (Né si capisce perché far ridere dovrebbe godere di maggior libertà del rendere seri o perplessi).
Un anno fa ebbi intense discussioni coi legali di due case editrici, in Francia e in Italia, per due diversi libri in uscita: narrazioni scritte in soggettiva ma basate sulla realtà, e che mi metteva nella posizione di dovermi tutelare dal rischio di querela solo per aver nominato persone reali e identificabili. Resta che i nomi di luoghi e persone erano per me parti integranti del testo. E pensai con solidarietà e angoscia a Roberto Saviano, che ha offerto la propria soggettività a una descrizione di fatti in cui è questione di vita e di morte (se non di genocidio).
Ma la cosa più interessante fu apprendere, con grande iniziale stupore, che in Francia (non so in Italia) la legge è più severa con le opere letterarie che con i giornali. Capii meglio allora la frase di cui ero grato all’editore italiano per averla posta in quarta di copertina di un mio libro: “una messa in scena assoluta della verità, e della sconfitta, della letteratura” [mi riferisco a HP. L’ultimo autista di Lady Diana, N.d.R.]
La verità della letteratura è la sua nudità, la sua inermità. E la sua potenza, se esiste, è nel suo non essere né avere mai “potere”, a differenza di altre parole pubbliche come la politica, l’informazione o la pubblicità, il cui dire è già sempre un fare. D’altra parte è la letteratura, inerme e inattuale (le cui news restano tali anche dopo averle lette) a potersi fare “parte civile”, a giudicare cioè anche crimini che per la legge sono ormai stati prescritti. Anche ciò che non fa più notizia.

(rubrica "acchiappafantasmi", l'Unità di domenica 30 maggio)

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