5/16/2010

Il ritorno delle periferie

Le pensose dichiarazioni del sindaco di Milano e del ministro dell’Interno - rispettivamente: gli stranieri delinquono, le periferie italiane sono pericolose come le banlieues di Parigi – mirano alla solita ricetta: più rigore poliziesco e continua nemicizzazione degli “altri” – stranieri e rom, di cui si è intensificato il controllo anche sui treni, come negli anni ‘30 in Germania.
Pare che il ministro Maroni abbia letto una ricerca dell’Università Cattolica di Milano sulle periferie di alcune città italiane prima di concludere che la situazione è esplosiva: la “crescita tumultuosa” (leggi: corsa all’arricchirsi senza regole e guerra contro i poveri), ha aumentato il disagio sociale, i palazzi ghetto, le gang giovanili e la disoccupazione. In altre parole, da quando lui è ministro (con a capo un ex palazzinaro che produce mezzi di distrazione di massa), la situazione è peggiorata. Il suo governo è talmente bravo nel creare disagi che ha costruito periferie-ghetto perfino a L’Aquila.
Pochi anni fa uscì un libro tutto sommato pionieristico, Periferie. Viaggio ai margini delle città, a cura di Stefania Scateni (Laterza Contromano): sei città italiane descritte (non giudicate a tavolino da esperti accademici o del Viminale, ma “sul terreno”) da altrettanti artisti e scrittori. Ne risultavano alcuni dati interessanti, come il fatto che le periferie, diversamente da tante chiacchiere di politici, sono semplicemente i luoghi in cui abita la gente; e che i luoghi più pericolosi, vere terre di nessuno, sono spesso non ai margini, ma nel centro detto commerciale delle città, dove banche e uffici finanziari hanno sfrattato cinema e ritrovi sociali, creando sinistri deserti già al primo imbrunire. Ne risultava anche che, al contrario delle banlieues di Parigi dove si fecero barricate per non abitarci più, in Italia, a Roma soprattutto, se si facessero barricate sarebbe per restarci, per esempio in quelle ultime borgate desiderate dagli immobiliaristi, colleghi minori del capo del governo.

(rubrica "acchiappafantasmi", l'Unità di domenica 16 maggio 2010)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, io vivo nella periferia di Bari e francamente mi sembra che questi luoghi siano molto più che spazi in cui si muove il disagio sociale
http://www.ambienteambienti.com/riflettiamo-sul-sociale/2009/10/news/il-tesoro-delle-periferie-125.html