2/11/2009

Lottare contro Tu-sai-chi e i suoi Mangiamorte

Nei giorni scorsi le tante voci su Facebook hanno oscurato le loro foto, tanti quadratini neri per protestare contro l’oscurantismo. Ma dopo la morte di Eluana “è un giorno bianco, su cui scrivere. Un’altra forma di lutto per l’Italia comatosa”, ha scritto Anna M. (nom de plume, manginobrioches). A chi scrive di sentirsi “come un Palasport dopo un concerto dei Sepultura” (Andrea Bruni), lei replica di sentirsi “come una sepultura su cui hanno costruito un Palasport”. Quale immagine più calzante per l’Italia berlusconiana, ateo-clericale? C’è chi (Enrico De Lea) cita Nietzsche, “ogni astratto amore per l’umanità è solo sintomo di ben concreto e puntuale egoismo”, mentre Luca Sossella invita a manifestare citando Pessoa: “Se avete la verità, tenetevela!” Il sottoscritto cita Harry Potter, “lottare contro Tu-sai-chi e suoi Mangiamorte”. Mi spiego.
Anche se il Vaticano fa solo il suo mestiere, e il conflitto ha da essere con i politici che abdicano al dovere di laicità dello Stato, o peggio usano la vita e la morte come grimaldello per una spallata alla Costituzione, anche la Chiesa non è uscita bene da questa storia. A parte l’ennesimo razzismo ammiccante di Voldemort-Berlusconi (“Eluana potrebbe partorire”: come se la vita e l’identità di una donna si fondasse solo su questo), ho rivissuto lo shock che vissi bambino alle medie quando portai in classe un libro di Bertrand Russell, Perché non sono cristiano. Dopo averne letto una pagina, l’insegnante di religione mi additò urlando. Cosa scrive(va) di così grave il celebre filosofo liberale? Che il cristianesimo prospera sulla paura della morte. Come in questi giorni barocchi: un’apologia della non-vita accanto a un’ostentata paura e rimozione della morte. Agli antipodi della “vita eterna” e dell’“anima che si libera dal corpo”. E’ questo malcelato scontro di civiltà che mi interpella. Sono laico, ma invoco maggiore religiosità e rispetto.

(in attesa di pubblicazione su l'Unità)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro beppe..la chiesa non ne sarà uscita benissimo dal terremoto "Eluana" ma le sue fondamenta pur avendo sussultato sono ancora stabili e forti...troppo forte è il messaggio di senso di colpa inconscio che ci pervade con la paura della morte...il popolo religioso è ancora schiavo di catene inossidabili che solo il tempo potrà (forse) spazzare via e renderlo libero di scegliere secondo propria coscienza.
Ma scusate...non siete anche voi un minimo infastiditi dal paradosso che ogni giorno muoiono migliaia di persona per fame e sete e qui nel nostro limbo dorato si sta a discutere se togliere il sondino ad una persona in stato vegetativo da 17 anni è giusto o sbagliato????
Siamo una società basata sulla violenza e sulla cultura della morte...produciamo armi sempre più sofisticate...esultiamo per la guerra giusta, santa e purificatrice dal male nemico...quotidianamente vediamo immagini di donne e bambini innocenti ma uccisi per la nostra salvezza e poi ci scandalizziamo e facciamo tutto sto caos perchè una persona dopo 17 anni di coma è stata aiutata a morire???????

HASTA SIEMPRE
PABLO

Anonimo ha detto...

sì, è pazzesco

Anonimo ha detto...

"il cristianesimo prospera sulla paura della morte"

Vero. Facci caso, nelle storie di Topolino è completamente assente l'aspetto religioso. A Paperopoli e a Topolinia non ci sono preti, chiese, battesimi o funerali. E' un mondo privo di trascendenza perché nessuno muore, non è mai descritta l'esperienza della morte. E' curioso perché il generale antropomorfismo dell'organizzazione sociale è talmente accentuato da non far passare inosservata questa assenza. L'universo di Topolino è in tutto sovrapponibile a quello reale tranne che in questo, eppure topolino resta il giornalino d'elezione di molti bambini di paesi cattolici o protestanti, e i loro genitori ne favoriscono la lettura (soprattutto perché è pieno di "buoni sentimenti", la violenza è quasi del tutto assente ecc), contribuendo così a modellare l'immaginario di generazioni e generazioni di bambini su un universo fantastico in cui non c'è traccia di Dio.

ciao
sergio garufi

Anonimo ha detto...

...Il "Caso Eluana" è il classico esempio dello "Humor Divino"...Di come davvero il Padreterno, con la sua intraprendenza "Ebraico-NewYorkese" possa metterci alla prova con problemi originali, irrisolvibili e fuori dai nostri consueti schemi mentali, proprio per spingerci a rompere questi nostri schemi mentali...
Viviamo di programmazione, ci nutriamo di programmazione ed esprimiamo programmi...ma la natura non è così, essa vive di diversità ed armonie...non di programmi.
A Gesù, quale intelligenza extraterrestre esso sia mai stato, non gli sarebbe mai passato "pe'a capa" di programmare una nuova religione. Questo è quanto si evince anche dai Rotoli di Qumran, che il Vaticano non voleva farci sapere.
E' in questo che si capisce che siamo davvero liberi, perchè il peso di decisioni nuove, mai espresse, è tutto su di noi... La libertà è bella ma è fatica...invenzione...intraprendenza...rispetto per gli altri.
Un Saluto Cordiale al mio Prof.

Anonimo ha detto...

grazie raffaello (un car saluto), e grazie sergio. tutto vero...