2/08/2009

Dove comincia il fascismo?

Da tempo, nelle discussioni pubbliche e private, si oppone questo argomento all’espressione linguistica di un’indignazione politica considerata iperbolica: non siamo in un regime, non è giusto abusare della parola “fascismo”, altrimenti cosa diciamo di fronte alla sopraffazione fisica, alla violenza, al confino, alla deportazione che caratterizzarono il ventennio fascista? A parte che il fascismo storico non fu una “parentesi”, e il concetto di fascismo è stato poi ampiamente usato da sociologi, politologi e filosofi in ogni parte del mondo, la mia replica è che, per designare un Paese in cui le libertà individuali sono ridotte o negate, la verità manipolata e falsificata, la Storia rivisitata, una parte crescente della popolazione discriminata, in una dimensione di propaganda permanente, non occorre che “fascismo” rimandi a modelli del passato. Può anche, in attesa di nuove, efficaci parole (sempre difficile coniarle in presa diretta), designare una realtà contemporanea con caratteristiche nuove. All’epoca di Mussolini i mass-media si riducevano alla radio e ai cinegiornali, oggi, lo ha insegnato perfino James Bond, si conquista il mondo col controllo delle tv e dell’informazione, col monopolio di parole e immagini. La neo-lingua del governo si caratterizza da anni con un rovesciamento del senso delle parole – e le dittature cominciano sempre col violare la lingua, prima di violare le persone. Controllare le parole, “fare cose” con le parole, si coniuga oggi col peggiore potere, quello bio-politico. Il controllo del corpo, della vita, della morte, della cura. “Dannare” Eluana Englaro a una morte vivente si dice “salvare”, anche se è solo il cinico e barocco pretesto per un attacco all’equilibro dei poteri, alla democrazia, alla Costituzione. La mia domanda, oggi come ieri, è questa: ma allora, dove “comincia” il fascismo?

(uscito su l'Unità di domenica 8 febbraio, rubrica "acchiappafantasmi")

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Beppe...bella domanda. Mi viene da pensare che il fascismo comincia e si consolida quando un popolo simula la democrazia...quando la democrazia scende a compromessi e viene equivocata. Mi tornano in mente i pensieri di Wilhelm Reich...lui ci parlava di nevrosi di massa che si concretizzavano in dittature di ogni tipo...il fascismo vince quando il potere della conoscenza soccombe contro il potere dell'ignoranza...quando il potere del lavoro necessario perde contro il potere del parassitismo economico ed intellettuale. Il fascismo vince quando il potere sociale non è esercitato dal popolo...attraverso il popolo e per il popolo ma viene esercitato da altri che dettano le loro regole sfruttando le paure di un popolo incapace di emanciparsi assumendosi le proprie responsabilità...vabbè...questo mi è venuto in mente a risposta della tua domanda...il dibattito comunque è molto aperto.

Hasta Siempre

Pablo

Anonimo ha detto...

grazie, difficile non essere d'accordo con te, e il dibattito, come dici, è aperto. ma la domanda si rivolge anche e soprattutto a coloro che dicono no, non bisogna parlare di fascismo, ecc. ecc., e si allarmano contro chi denuncia il fascismo invece che cercare di agire contro i vistosi segni del suo dilagare...

Giuliano ha detto...

A me capita da sempre, qui nel comasco e nel varesotto è abituale e bisogna stare attenti prima di dire "se va avanti così finisce che torna il fascismo".
Bisogna stare attenti perché trovare qualcuno che ti risponde "magari!!! sarebbe ora, ci vorrebbe proprio" è tutt'altro che difficile.
La differenza è che prima, con la DC, i politici erano molto più responsabili. Magari rubavano, ma ci stavano attenti: un Maroni che va a dire certe cose non sarebbe stato pensabile, ai tempi di Andreotti e di Forlani, e un Borghezio non avrebbe avuto tutto questo spazio per farsi propaganda.

Un pensiero per Primo Levi, che questa deriva l'ha capita con vent'anni di anticipo.

Anonimo ha detto...

purtroppo concordo con le osservazioni terribili che fai, giuliano, so quanto sono vere. e sono d'accordo anche col atto (a pensarci, incredibile) che si rmpiange la democrazia cristiana di una volta (ma insieme, ricordiamolo, ilcontrappeso dell'egemonia culturale del vecchio Pci, che quando non era di governo era vincente nella società, mentre il Pd vuole essere di governo senmza riuscirsi ed è perdente o assente su ogni altro fronte).

Anonimo ha detto...

Rimpiangere il vecchio CAF (Craxi-Andreotti-Forlani) è segnale che la realtà che stiamo vivendo...o meglio subendo...è talmente pesante che come cozze ci appigliamo a scogli in un mare sporco e malato. Non dimentichiamoci però che era anche il periodo dove Gelli promuoveva il suo piano rinascita (che solo oggi in parte è stato realizzato)...periodo dove anarchici distratti volavano da finestre della questura e dove il povero Valpreda è stato condannato e fatto diventare un mostro....dove saltavano stazioni e piazze...dove Gladio, servizi segreti deviati, P2 avevano l'appoggio del governo dell'epoca che siamo in parte costretti a rimpiangere...qualcuno ricorda l’ufficio affari riservati del Ministero dell’Interno del famoso Federico Umberto d’Amato che, insieme ad alcuni uffici del Viminale, si inventarono la pista anarchica segnando per sempre la vita del povero Piero Pinelli o di PietroValpreda, non hanno mai pagato per la respondabilità delle loro nefandezze...

HASTA SIEMPRE
PABLO

Giuliano ha detto...

L'altra sera in tv da Santoro c'era un ragazzo di Verona che si è detto leghista, un ragazzo molto giovane dall'aspetto intelligente. Parlava degli extracomunitari, e ha detto che secondo lui non era giusto farli venire perchè qui li si sfrutta, e poi perché contribuiscono ad abbassare il livello delle nostre tutele come lavoratori, eccetera (non so se riesci a recuperare l'intervento completo).
Non credevo ai miei occhi: questo è Furore di Steinbeck, anni '30, subito dopo la grande crisi del 1929: gli operai e i contadini che scioperano e i padroni che mandano al loro posto dei poveracci sottopagati, con conseguente guerra tra poveri.
Non credevo ai miei occhi perché questo è Marx, il Manifesto: tutto questo è già stato descritto, stiamo facendo un salto all'indietro non di decenni ma di secoli; e i presenti non hanno detto niente, continuando a parlare di clandestini ed extracomunitari ed ignorando il vero problema.

il vecchio PCI, e il nuovo PD: sono assolutamente d'accordo, se ne sente molto la mancanza.
Io spero quantomeno in un primo passo, l'adesione del PD al gruppo socialista (socialdemocratico!!) del Parlamento Europeo; e chi non è d'accordo che vada pure altrove.
(Ma anche un De Gasperi mi andrebbe bene, a questo punto; anche un Rumor, un Bisaglia, in questo Veneto disgraziato...)

Anonimo ha detto...

grazie. e avete ragione tutti e due!!
b.