10/24/2008

Appello contro la guerra all'intelligenza (o: La lezione degli studenti)

Volentieri offro in lettura questo mio articolo che vuole essere un appello, uscito oggi 24 ottobre su l'Unità col titolo "La lezione degli studenti".

Chi si trovasse in questi giorni nelle scuole e nelle università, occupate e variamente animate dalle proteste di studenti e docenti, incontrerebbe persone che incarnano, in spirito e lettera, la vocazione dello studio e del sapere. Studenti e docenti difendono la dignità e l’autonomia della conoscenza dalla semplificazione, leggi distruzione, di una politica finanziaria cieca al futuro. Lezioni all’aperto, apertura delle cittadelle accademiche alla città di tutti: chi protesta non ha nulla da nascondere, anzi. Sono privi di ideologia, ma molto consapevoli: “E’ la politica che si è allontanata da noi. Noi facciamo la vera politica”, mi hanno detto. Ma alla notizia che il primo ministro ha minacciato di sgomberare con la polizia, cioè introducendo violenza, le scuole e le università teatro di questa civile protesta e sperimentazione, una studentessa della Sapienza di Roma è allibita: “Vogliono trattarci coma la spazzatura di Napoli”. Pare di sì: cioè non solo non dialogare, non riconoscere i contenuti di una protesta che è difesa dell’istruzione e del diritto allo studio, ma rimuovere il problema, eventualmente nasconderlo, come la famosa spazzatura di Napoli. E non importa che fermenti chissà cosa e chissà quando. Il disprezzo verso la conoscenza e l’istruzione, verso scuole e università, è del tutto congruente a quello verso il clima, l’ambiente, il protocollo di Kyoto, l’ecologia e la salute pubblica. Il nostro primo ministro è un vero punk: a lui del futuro – dei giovani come del pianeta – non importa nulla. Ma scopo primario di questo mio intervento è richiamare una solidarietà attiva e ampia di quanti – soprattutto nel mondo della cultura - hanno a cuore la posta in gioco di questa protesta che riguarda tutti.

Molti studenti di oggi dichiarano che il loro modello di lotta è la protesta che dilagò in Francia del 2006 contro un disegno di legge che autorizzava per i primi due anni il licenziamento senza motivo dei giovani neo-assunti. Gli studenti vinsero (la legge fu ritirata) grazie all’appoggio del mondo del lavoro e della maggioranza dell’opinione pubblica. A parte che i contenuti della legge 133 (la finanziaria) e della “riforma Gelmini” (che non è altro che un taglio massiccio di fondi) sono molto più gravi (oltre ad aumentare a dismisura disoccupazione e precarizzazione, fanno tabula rasa degli orizzonti e del senso stesso dello studio), chiamo la protesta degli studenti una risposta alla “guerra contro l’intelligenza”, ricordando un appello nato anch’esso in Francia, ma nel 2004. All’epoca, un progetto legislativo del governo Raffarin, dal sapore vagamente berlusconiano, umiliava quelle professioni non valutabili secondo i criteri e gli utili (peraltro errati e miopi) di un’azienda – dalle scuole e università ai laboratori scientifici, dai centri di ricerca alle biblioteche, ma anche gli ospedali psichiatrici, i teatri ecc. Tutti i settori del sapere, della scienza, del legame sociale, produttivi di conoscenza, di coscienza e di dibattito pubblico, insorgevano contro l’anti-intellettualismo di Stato, una politica di impoverimento e precarizzazione di tutti gli spazi considerati come improduttivi a breve termine, inutili o dissidenti. L’appello “contro la guerra all’intelligenza” in pochi giorni fu firmato da migliaia e migliaia di cittadini, compresi i più alti rappresentanti in Francia della cultura e dell’arte.

Nelle parole del filosofo Jacques Derrida, che fu tra i primi ad aderire, per “guerra contro l’intelligenza” si intende “una politica ispirata dal misconoscimento, l’accecamento, perfino dal risentimento, verso tutto ciò che è giudicato, a torto e secondo un cattivo calcolo, improduttivo o addirittura nocivo per gli interessi immediati di un certo mercato liberale: la ricerca fondamentale, l’educazione, le arti, la poesia, la letteratura, la filosofia. Nella sua forma caricaturale, ciò che viene denunciato è un economicismo miope; quelli che ne soffrono sono invece tutti i cittadini, a società civile, lo Stato e anche l’economia”. C’è bisogno di dire che l’Italia di oggi è ben più minacciata della Francia di quattro anni fa?
Contro il presunto neutrale “buon senso” economico, la protesta degli studenti è una lotta per la salvaguardia di tutti quei luoghi in cui la società si pensa, si elabora, si sogna, si inventa, si cura, si giudica, si protegge, e tra i quali non c’è (solo) il Bagaglino, o le discoteche in cui il settantenne primo ministro italiano si mostra in camicia nera e parla di sesso e insonnia con giovani bramosi di successo e intossicati di ricchezza. Osservo di nuovo che l’imbarbarimento di una nazione (di questo si tratta) nasce e si presenta spesso come una politica di semplificazione – che non è proprio una bella parola, e designa una riduzione innaturale della complessità, ossia dell’intelligenza. Si crea e si consolida nella riduzione del linguaggio, del pensiero, della politica, nella neo-lingua pubblicitaria più volte in questi anni denunciata, nello scavalcare il Parlamento e l’etica della discussione. Ma è soprattutto negli spazi lasciati vuoti dalla cultura e dall’educazione che l’autoritarismo “semplice” si insedia e riproduce, svuotando di senso il concetto e la realtà di una Re-pubblica. Il costo umano, sociale e culturale è esorbitante. Le sue conseguenze rischiano di essere irreversibili.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

"Ma è soprattutto negli spazi lasciati vuoti dalla cultura e dall’educazione che l’autoritarismo “semplice” si insedia e riproduce, svuotando di senso il concetto e la realtà di una Re-pubblica."
Questo è il focus. Per capire quanto sia già vero e presente, basta leggere la cronaca degli ultimi mesi (forse degli ultimi anni)...Rossana

Anonimo ha detto...

segnalo che l'articolo-appello è stato ripreso dai siti nazionendiana e lapoesiaelospirito, dove pure si può lasciare un commento (attualmente c'è una sorta d dibattito)

Anonimo ha detto...

nella qualità di mamma che si da da fare per informare ... ho postato l'articolo anche sul mio "umile" blog d'informazione! Ridirigendo il traffico dei lettori qui.

Grazie
Donatella

http://vivalascuolainfo.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

cara donatella, grazie. e coraggio. a tutti noi. beppe s.

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu