7/07/2007

In panchina

I tre giorni al festival dell'architettura e del paesaggio a Cagliari non giustificano questo silenzio, però l'uscita del libro, il brindisi per l'uscita del libro, la cosiddetta "promozione" (non mi oppongo a nulla a quanto mi chiede l'editore), le ultime lezioni all'accademia, gli esami, il caldo, la stanchezza, il desiderio di non far niente, tutto questo insieme un po' sì, lo giustifica. E anche, perché no, lo Strega a Niccolò Ammanniti l'altra sera. Ho desiderio di scrivere in silenzio, appartato. Il blog è troppo poco, a meno che non scriva un diario impudico e spezzato. A proposito: l'altra sera, alla libreria del cinema a Roma dove si brindava ad HP (le parole potevano dirsi solo col bicchiere in mano) mi è arrivato un sms da un amico di Parma che non ho potuto fare a meno di leggere a voce alta: "oggi la giunta comunale ha deciso di non querelare beppe sebaste...". Applausi dagli amici. E io li faccio anche a voi, a tutti quanti mi avete appoggiato testimoniandomi solidarietà.
A Cagliari ho incontrato amici che non vedevo da tempo, e già questo è molto piacevole. Anche la città è molto bella e piacevole, tra mare e una specie di laguna e montagne all'orizzonte. Il problema, tra tanti grandi nomi, è che gli ospiti difficilmente dialogavano tra loro, per esempio gli architetti non ascoltavano gli scrittori (viceversa, credo, è meno grave a un festival sul paesaggio e sulla conoscenza dei luoghi) e anche il celebre Rem Koohlaas ha questo di deludente, che non ascolta gli scrittori, e quanto mi dicono nemmeno la gente (quella che abita nei luoghi in cui gli scrittori vogliono intervenire: per esempo le periferie, per esempio quella di Cagliari, detta Sant'Elia). Confesso che, a arte il libro collettivo Periferie (Laterza 2006) sono un po' un pioniere di questa pratica - descrivere, andare in giro, uscire da proprio studio, perdersi e ritrovarsi là fuori, perdersi nel non sapere che cosa sia importante dire e osservare, andare sul terreno come i fotografi insomma - e qusto lo devo al lavoro negli anni '80 col grande Luigi Ghirri e tanti altri amici, come Giorgio Messori e Gianni Celati. Infatti, tra gli amici che ho avuto piacere di rivedere a Cagliari, vorrei citare il fotografo Gabriele Basilico. Gli ho parlato di questo, tra l'altro: il mio progetto (già avviato) di un piccolo libro sulle "panchine". Proprio così, questi oggetti interni/esterni in via di estinzione, che persino a Padova (sindaco DS) , dopo Treviso e Trieste, hanno deciso di abolire: sulle panchine si siedono i poveri e gli extracomunitari, e altra gente pericolosa. Infatti io mi siedo spesso. Che sia anche per questo che ricevo minacce di querele? Baci, a presto.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Bentornato Beppe!Mi sono appena fatta una risata pensando a quelli che si siedono sulle panchine.Non ti ci vedo, e se ti dovesse capitare, consiglio di uscire pulito,tanto è così che rincaseresti.Ero a Padova stamattina, mi dai una notizia su Zanonato che non conoscevo. Vero è che a Padova,le uniche panchine sono in un viale vicino alla stazione. E che non viene ormai attraversato da nessun padovano proprio perché zona dove stazionano esclusivamente facce poco rassicuranti e dove se passi lo scippo è il reato minimo assicurato. Giusto per disincentivare la circolazione. Certo che le scelte dei sindaci in questione sono quantomeno curiose: lasciando stare che sia a Treviso che a Padova dovrebbero aver aumentato il numero dei famosi "poliziotti di quartiere", che francamente non ho mai visto, è più facile togliere panchine che pattugliare la zona?Come se gli stazionatori di cui sopra si spaventassero all'idea di sedersi sull'erba(oddio...che orrore, mi macchio tutto!!)..

Beppe Sebaste ha detto...

ciao rossana. sai perché non mi ci vedi su una panchina? perché chi s siede s una panchina diventa invisibile. non è una battuta. io provo un richiamo irresistibile a sedermi sulle panchine, lo faccio praticamene ovunque. mi piace. ma so anche che, una volta seduto, non rientro più nel campo visivo della gente (per una convenzione ormai stabilita, credo). e questo è comunque un piacere in più, vedere senza essere visto.

Anonimo ha detto...

hai ragione...Ora che me lo ricordi sono certa che sia per l'invisibilità. Non male intrufolarsi seduti comodi ad osservare senza essere visti, eh?

Unknown ha detto...

a bologna, vicino a casa, c'è una piazzetta, piazza carducci si chiama, c'è la casa dove abitava il poeta, bellissima, con un grande giardino recintato, e ci sono le panchine. la domenica mattina c'è un signore di mezza età che pratica tai chi, a volte con un allievo, più spesso da solo. sulle panchine si siedono gli anziani, gli africani con le borse piene di fazzoletti e calze a righe stanchi di camminare, qualche solitario che legge il giornale. tra questi, anch'io. i luoghi con le panchine sono un esempio di commons - spazi comuni- ben utilizzati. è triste che gli spazi comuni svaniscano, triste che gli spazi comuni diventino solo luoghi dove "transitare" e non dove "sostare". (questo a meno che ovviamente non ci siano attività commerciali e allora il sostare è incentivato visto che produce denaro.... ).sediamoci per terra. portiamoci dietro le seggioline pieghevoli, facciamo commons dappertutto!

un saluto.

simona vinci

Anonimo ha detto...

cara simona, vorrei visitare quel "luogo comune". in tutti i casi vorrei citare quello che mi (ci) racconti, se me lo permetti...
ciao, un bacio, beppe s.

Anonimo ha detto...

Caro Beppe, seduto su una panchina, ma diversa da quelle della mia infanzia ai giardinetti, e chissà per quanto ancora resisterà questa panchina diversa, ho finito di leggere il tuo HP. Magnifico. Coraggioso. E molto altro ancora. Ti auguro migliaia e migliaia di copie vendute. E molto altro ancora.
Ti abbraccio.
Elio

Anonimo ha detto...

ciao. sto leggendo il tuo libro. H.P.
Lo sto centellinando. Sottolineature. Asterischi. Rimandi. Ho lasciato tracce di questo libro sul mio blog. Ho scritto che assomiglia a uno scrigno. E' una 'piccola' miniera. Sono questi, i libri che amo. E quindi ti dico grazie. Da lettore. E scrittore.

Beppe Sebaste ha detto...

grazie elio. e grazie lilith che non conosco). di cuore. beppe s.

Anonimo ha detto...

pensavo prendesse il link. ma non era importante. comunque giusto per non rimanere anonimi: deborah gambetta.
ciao

marco ha detto...
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