7/15/2007

Alla cieca

Ho passato una settimana di metà luglio piuttosto originale: raffreddore e bronchite, con necessità di antibiotici. Negli stessi giorni una proliferazione di inviti per apparire in trasmissioni televisive, naturalmente caldeggiate dall'editore. Tema, lady Di - di cui ho ormai la nausea (io non ho scritto un romanzo su Diana, ma vallo a spiegare...). Un inferno col naso tappato, o meglio, per non abolire la speranza, un purgatorio con la tosse. E poi un pessimismo colossale, dubbi atroci sul futuro, smarrimento, ecc., che non so se c'entra con l'influenza. Una vita "privata" che fa acqua e non mi disseta (privata di cosa?). Disponibilità, forse, a cambiamenti radicali per il futuro. Quali? E' anche questa una metafora?
Non che ne sia uscito. Qualche mail di conforto, una gita ieri a Santa Marinella col pretesto di una mostra di paesaggi in scatola (letteralmente), e la performance di un'amica, ex allieva (Rakele Tombini); lo scoprire che posti vicini possono essere meravigliosi, come Santa Marinella appunto, con un mare aperto e limpido, roccioso, e una serenità assoluta. Anche la visita al sito di Deborah Gambetta, stanze bianche, mi ha fatto piacere. Grazie.
Potrei rifugiarmi in Salento qualche giorno ma scopro che il 23 luglio sono impegnato con altri scrittori a una serata al Colosseo sulle morti bianche ("lavoro nero, morti bianche"). Non ho idea di cosa potrò leggere. A parte la litania dei nomi dei morti, un rosario di insensato martirio (morire sul lavoro è quasi come morire in guerra, se non peggio).
Due sere fa è morta la mamma di un'amica cara. Si chiamava Gemma, adorava le rose. Quando potevo gliene regalavo, ma il regalo lo faceva lei, in realtà, restando per ore rapita ad ammirarle, come un pittore, come Cézanne che contemplava la Montagne Sainte-Victoire. Una meraviglia.
Da domani, e fino a venerdì prossimo, farò un blog orale, anzi radiofonico a Radiotre, in chiusura di Fahrenheit. Ogni volta cinque minuti, massimo dieci. L'idea è carina. Magari ci si sente. Ma ancora una volta mi chiedo cosa sia un blog, e se queste parole che ho appena scritto lo siano. Se basti la sincerità, o l'impudenza. Un inventario alla cieca (cioè un diario). E quali siano, altrimenti, le parole da dire.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

La gita al mare ha mitigato il mal di gola? Va un pò meglio?Purgatorio con la tosse non è male:stai lanciando una nuova moda?Avevo sentito alla radio di questa cosa del blog in coda a fahrenheit, credevo di aver capito male,invece...Non so se esista un preciso schema di fare blog,io trovo molto gradevole leggerti.Certo oggi viene voglia di consolarti: il pessimismo segue spesso la stanchezza, non farci troppo caso, passa.Un abbraccio e buon inizio settimana.

Anonimo ha detto...

ciao beppe,

grazie per l'accenno. ti lascio qui un mio indirizzo d.gambetta@libero.it

mi piacerebbe davvero mantenere i contatti.
un abbraccio deb.

Anonimo ha detto...

p.s.

a proposito di morti bianche. tempo fa postai una poesia di raffaello baldini che, se vogliamo, tangenzialmente,sfiora l'argomento.

ti lascio il link

www.deborahgambetta.splinder.com/post/11830704#comment

ciao.deb

Beppe Sebaste ha detto...

grazie rossana, è vero, sono (stato) stanco...
e grazie tante a te deborah. amo baldini, questa è una poesia difficile da leggere, nel tno, ma forse potrebbe proprio essere l'idea giusta, un duplice omaggio (hai per caso quell'altra poesia di baldini, brevissima, che si intitola, credo, "tacete"? (in dialetto e in italiano: io non ce l'ho più, mi piacerebbe leggerla in pubblico). se non sbaglio tu oggi nasci, compi gli anni: ricevi i miei auguri più grandi e gioiosi. beppe

Anonimo ha detto...

imparato molto

Anonimo ha detto...

good start