Quando muore un poeta lo si dovrebbe scrivere in prima pagina. Quando muore un amico è la fine del mondo. E’ morto Vito Riviello, grande, ironico e tenero autore, tra i tanti libri, della raccolta
Assurdo e familiare (Piero Manni editore). Aveva una faccia bellissima e assurda, e per me molto, molto familiare. Nato a Potenza nel 1933 ma da sempre a Roma, ineguagliabile improvvisatore di rime, le sue poesie “comiche” causavano torsioni e corto circuiti logici che ci allargavano la mente, come accade solo coi poeti e i maestri. “Se prima eravamo in Abissinia / ora siamo negli abissi”. Faceva ridere, ma mi fece piangere a fine marzo al salone Borromini della biblioteca Vallicelliana, a Roma. Presentava l’ultimo libro,
Scala condominiale, reperibile, disse, solo alla libreria Odradek. Samiszdat, come le opere dei dissidenti sovietici. Parlò di povertà, all’origine del suo meraviglioso teatro: quando era bambino, i vicini facevano il rumore di stoviglie per fingere di mangiare. Parlò a lungo, generosamente, proprio come se fosse l’ultima.
Ci sono coincidenze che fanno pensare. Anche nel morire.
Mentre scrivo a caldo queste righe, apprendo la scomparsa di un altro amico, un filosofo (il meno provinciale d'Italia) che coi poeti e scrittori coraggiosamente si misurò - Ingeborg Bachmann, Thomas Bernhard, o la prosa di Wittgenstein. Parlo di Aldo Gargani, autore tra l’altro di un fondamentale saggio sul “Il maestro e l’allievo” (poi in
Il filtro creativo, Laterza). Influenzò molto il libro che ai maestri dedicai dieci anni fa (
Porte senza porta, oggi introvabile), e che proprio Vito Riviello volle presentare in una serata memorabile in via del Babuino. Esiste un dolore alla ricerca di qualcuno che lo pensi e lo trasformi in autenticità, e che non blocchi le emozioni pre-verbali entro codici già dati e consunti, scriveva Gargani. Lui uscì definitivamente dalla schiera degli “intellettuali terrorizzati”, che parlano solo per tacere, occultare quelle emozioni. La perdita è immensa, e questo spazio è troppo esiguo per dirla. “La nostra altezza / è in ribasso” (Vito Riviello).
(in uscita, nella rubrica
acchiappafantasmi, su
l'Unità di domani, domenica 21 giugno)