4/30/2011

Scrittori che hanno l'età, scrittori che non hanno l'età...

   Prima dell’adunata di massa di testimoni alla beatificazione di papa Woytila (quasi un replay dei suoi funerali), c’è stata a Roma un’adunata di nicchia, quella degli scrittori “Trenta-Quarantenni” (autodefinitisi “TQ”). Qui non si è trattato solo di testimoniare di esserci, ma di fare dell’attestazione di sé una rivendicazione. Di che cosa? A dar retta ai resumés giornalistici, di (più) potere e visibilità (anche se certi nomi di scrittori TQ sono così inflazionati dai media da sembrare novantenni). L’adunata dei TQ mi turba non perché ne sia anagraficamente escluso (ho 51 anni, 3 in più di D. Foster Wallace e 6 in meno di Roberto Bolano, autori citatissimi tra i TQ, ma che non sarebbero stati invitati); mi imbarazzerebbe ugualmente un’assemblea di QC (“Quaranta-Cinquantenni), di CS, e così via. L’anagrafe degli scrittori non definisce niente, e anche in quella dei precari sarei cauto: nulla di più tragico e commovente dei disoccupati cinquantenni descritti nel film I lunedì al sole. Ciò che mi turba è la sicumera nell’avanzare diritti economico-istituzionali, il concepire l’atto di scrivere non come anarchico e conflittuale, irriducibile al potere, ma organico ad esso. E’ infine un gesto che si aggiunge, mi pare, ad arroccamenti identitari di cui il Paese è pervaso, da quello generazionale dei politici rottamatori (che ricordano simbolicamente Pietro Maso, colui che massacrò i genitori non perché avesse valori diversi, ma per prendere il loro posto più in fretta, comprese le loro carte di credito); a quello dei leghisti che arrivano a proclamarsi Celti per non pagare le tasse allo Stato. Oltre l’intrinseca violenza, le spinte identitarie hanno in comune l’oscuramento delle differenze e dei valori reali, e la nebulosità dei propri criteri - l’età non è meno franosa del suolo o del sangue. Non è il qui e ora (geografico, storico) che abbiamo in comune?
(rubrica "acchiappafantasmi", l'Unità di domenica 1 maggio)

12 commenti:

michelelupo.blogspot.com ha detto...

metteranno agli atti?

Oliva ha detto...

ciao beppe, è da un po' che non avevo tue nuove: grazie per questo tuo prezioso e necessario intervento, in cui mi ritrovo pienamente (e, tanto per dire, io ho 35 anni). un abbraccio e spero a rpesto,

donatella

Beppe Sebaste ha detto...

grazie donatella, :-), un sorriso, sì.
michele lupo: in che senso "agli atti", e che cosa?

pierluigi ha detto...

è bellissimo iniziare la giornata e farmi ricordare quello che mi piace di uno scrittore, e di un pensatore in genere: che sia anarchico, conflittuale, irriducibile al potere e non organico ad esso. Grazie Beppe

Anonimo ha detto...

caro beppe
ho apprezzato molto il tuo acchiappafantasmi di domenica (lo sai già) ma oggi sono ancora più felice del tuo scritto, dopo aver letto l'articolo della ventroni sull'unità.
ma che cazzo vogliono sti TQ (teste quadre?) perché non pensano a scrivere bene (cosa che non sanno fare) anzichè inventarsi camarille anagrafiche.
l'altro giorno è morto sabato, centenario, non gli avrebbero certo permesso di partecipare al convegno, immagino, per difformità di sigla: CC (cento centodieci)e i "giovanotti" sono troppo stupidi e presuntuosi per capire che la letteratura è tutta contemporanea da omero in poi
sono incazzato sì
un abbraccio
sergio

Anonimo ha detto...

caro sergio, grazie, capisco il tuo umore, ma non cadere nela trappola d prendertela con un cliché: amo tantissmo (e llt sno amici/amiche) srittori di trenta, quaranta e anche vent'anni, che non sentono (e questo secondo me è il test) che sabato sia più vecchio di loro (ma cosa vuo, dire "vecchio"? e "giovane"?), posto che non tutti i cinquantenni, sessantenni centodiecennii ecc. siamo da apprezzare, anzi, molti sono dei coglioni, proprio come i trentenni e come i passeggeri di un treno o gli elettori. insomma, ma che te lo dico a ffà?
un abbraccio, beppe

Anonimo ha detto...

sì scusami beppe
scusa dello sfogo ma limitarsi ad un'analisi della letteratura attuale recintando il dibattito sulla sola generazione del boom o dello sboom, anche se con tutta l'intelligenza del caso, mi pare lo stesso che limitarsi a parlare della sola battaglia di borodinò in guerra e pace
ciao arisergio

aa ha detto...

il mio commento è qui:

http://cosedalibri.blogspot.com/2011/05/trentenni-quarantenni-e-un-cinquantenne.html

marco ha detto...

caro beppe,
prima di tutto voglio dirti che ti adoro per il tuo amore per richard brautigan.
non a caso: non credo che il vecchio richard si sia mai posto le questioni dei TQ eppure i suoi libri sono qui a salvarmi la vita ogni giorno (a me e alle persone che contagio). perché hanno lavorato in profondità. e a nicolino lagioia, la prossima volta che l'incontro, vorrei dire che il suo primo libro ("Come sbarazzarsi di Tolstoj...") mi ha fatto molto più bene del suo ultimo, che non riesco nemmeno ad aprire. il punto è proprio questo: uno scrittore fa quel che deve, e basta (e anche un redattore: uno dei libri più belli degli ultimi anni, che parla d'attualità senza farne banale cronaca dell'indignazione, è "La battuta perfetta" di carlo d'amicis, curato proprio da lagioia).
condivido anche quanto scritto nel post che hai linkato su facebook (il link è anche in un commento quassù): c'è una distanza abissale tra "paese reale" (pessima espressione, chiedo venia) e questi scrittori in cerca d'identità. poi saranno anche bravissimi, ma non c'entra.
pensa che volevo scrivere una lettera all'unità per dire la mia, visto che qualcosa ho scritto e per fortuna la lontanza geografica mi tiene al riparo dal frequentare certi giri (e certe, diciamo, paranoie), poi ho letto te e mozzi e mi sono calmato. i miei libri, per concludere, li ho sentiti "vivi" solo quando sono finiti nelle mani dei lettori che li hanno amati.
marco

Anonimo ha detto...

grazie marco per il bel commento, e ad a.a. (anna albano) per il suo link (a un post che credevo fosse di giulio mozzi). buona giornata, beppe s.

aa ha detto...

sì, però a questo punto incontriamoci in una gelateria e allestiamo il convegno dei SEI (Scrittori di Età Indefinibile).

Anonimo ha detto...

sì... :-)
(ma gli scrittori sono sempre stati di età indefinibile, spesso addirittura di epoche incerte..(