1/07/2010

Vacuità (riformismo?)

"Oggi il fascismo significa, come ha scritto qualcuno, che alla fine vincono solo le parole. Parole orfane di fatti, svuotate di senso: basta pensare alla parola “libertà”, triturata nella casa, o nel polo, omonimo. Ma è il caso anche della parola “riformismo”, e degli aggettivi ad essa correlati, che riempie le bocche e i discorsi di Berlusconi e dei suoi portavoce: loro sono i riformisti; coloro che si oppongono sono i conservatori..." (mio articolo su l'Unità, 12 maggio 2002).
Leggo oggi su Repubblica che Ilvo Diamanti, nella sua rubrica "Bussole", scrive che "riformismo" è una parola vecchia, anzi perduta. Io lo avevo scritto nel 2002, ecco, quanto sia e fosse vacua e priva di significato, cioè da buttare. E citando - questo lo avevo dimenticato - il "manifesto" politico - "comunista e consevatore" - del grande Antonio Delfini. Oggi, mi sembra vacuo perfino parlarne, di riformismo, nella voragine di senso che ogni giorno si allarga... (Partito dell'amore? Ci sarebbe da scendere in piazza solo per difendere questa parola).

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